Il padre di “Gabbo”: «Così si uccide la passione dei tifosi»

Giorgio Sandri, padre del tifoso laziale Gabriele Sandri che perse la vita in quel tragico 11 novembre 2007, a otto anni dalla commemorazione della morte di “Gabbo” è stato intervistato ai microfoni di Rete Sport. Tra i tanti argomenti, Giorgio Sandri ha parlato anche della passione dei tifosi ormai sempre più edulcorata dal fatto che non si voglia più la gente allo stadio: «Io credo che il tifoso ormai venga considerato poco o niente. Il tifo non si vorrebbe più allo stadio ma sui divani di casa, si fa tutto per cercare di allontanare la gente dagli stadi perché porta problemi, porta spese riguardanti sicurezza. Io credo che così si uccida la passione del tifo, la passione per la propria squadra. Se oggi si riesce ad allontanare la gente dalla stadio, domani la si allontanerà anche dagli abbonamenti televisivi e probabilmente si ritornerà al cinema».

LE DICHIARAZIONI – Prosegue ancora Giorgio Sandri, ritornando sull’episodio della morte del figlio: «Siamo riusciti a portare a termine una sentenza di omicidio volontario, non ci fosse stato il mondo del calcio probabilmente Gabriele non avrebbe avuto giustizia. In questo senso hanno fatto un autogol quando parlarono di scontri tra ultrà per cercare di nascondere quanto successo. La forza probabilmente è stata proprio questa».