2017
Gilardino: «Sono stato a un passo dalla Juventus, mi avrebbe cambiato la carriera»
Alberto Gilardino, attaccante del Pescara, ha parlato del suo futuro ma anche della sua carriera. Le dichiarazioni e le ultimissime notizie
Alberto Gilardino, attaccante del Pescara, è attualmente infortunato e dovrebbe rientrare al massimo a fine stagione (c’è chi parla di stagione finita). Il Gila vuole tornare a fare gol (l’ultimo gol il 15 maggio 2016, Palermo-Verona 3-2) e vuole tornare a giocare: «Il gol è la mia droga. Cerco di non farne una malattia, però, e guardo avanti». Il centravanti di Biella ha poi raccontato la sua carriera partendo dalle ultime esperienze a Empoli e Palermo: «A Palermo sono stato benissimo ma cercavo maggiore serenità perché il rapporto con il presidente non era semplice. Ho scelto l’Empoli ma ho sbagliato: non ero adatto al loro gioco, pensavo che avrebbero cercato di sfruttare le mie caratteristiche, è stato un errore mio e loro. Poi il Pescara. Oddo mi ha voluto fortemente. Però io mi sono fatto male alla prima partita e lui è stato esonerato». Prosegue il Gila parlando del Milan e di tanto altro: «Non ho vinto nessun titolo italiano, dopo il Milan nessuno mi ha dato una seconda chance. Ho lasciato il Milan perché non sentivo più la fiducia. Poi sono andato a Firenze e in seguito in Cina. Gol? Sono vicino ai 200 gol in Serie A: posso centrare questo traguardo. Per adesso sono a 188 insieme a Del Piero e Signori. E ho davvero la voglia di lasciare un segno ancora più profondo».
INTERVISTA AD ALBERTO GILARDINO – Ancora l’attaccante: «L’assist a Del Piero in Germania – Italia? Ce l’ho in testa, bello, molto bello. La finale fu la finale, ovvio, ma la partita del Mondiale è quella lì contro la Germania». Il centravanti racconta un retroscena: «Nell’estate del 2013 era tutto fatto per il mio trasferimento alla Juve. Ero felice. Poi Quagliarella rifiutò di andare alla Lazio e così saltò anche il mio arrivo. Ci restai molto male. Quella poteva essere la svolta della mia carriera». Chiosa sui gol più importanti e belli della carriera: «Ne scelgo tre. Quello al Manchester nella semifinale di Champions del 2007, ricordo il boato di San Siro. Quello ad Anfield con la Fiorentina, ricordo il silenzio degli inglesi. Quello al Mondiale contro gli Usa, ricordo una gioia infinita».