#Gigiomollalo è l’hashtag che in questo momento sta spopolando su Twitter tra i tifosi del Milan: fa riferimento a Donnarumma e a Raiola, protagonisti di una vicenda molto importante

Nelle ultime ore i social hanno parlato quasi esclusivamente di Gianluigi Donnarumma e del suo rapporto con il Milan e con l’agente Mino Raiola. Su Twitter è anche nato un hashtag, creato dai tifosi del Diavolo e dedicato sia a Donnarumma sia al suo procuratore. In molti hanno usato #Gigiomollalo, un chiaro invito a lasciare l’italo-olandese e sposare la causa del Milan. Tanti supporter rossoneri hanno utilizzato l’hashtag e si sono schierati dalla parte del portiere, il quale è protagonista di una vicenda particolare in questi giorni.

Il suo contratto con il Milan continua a far discutere. Inizialmente si era parlato di pressioni psicologiche per far firmare Donnarumma, poi l’attenzione è stata spostata sulla clausola, infine sulla protesta della Curva Sud che ha invitato il portiere a andare via dal Milan. Un crescendo di notizie negative per il Milan (non per Raiola, evidentemente). Almeno fino a quando qualche tifoso ha scelto di stare dalla parte di Donnarumma, anche se il portiere dovrà dirimere la questione: Mino Raiola o il Milan? Vedremo cosa deciderà.

RETWITTIAMO TUTTI#GigioMollalo #ACMilan #Donnarumma #Raiola pic.twitter.com/TYsZd3Jk9g

— A Tutto Milan 1899 (@ATuttoMilan1899) 14 dicembre 2017

Io ti credo… ma tu riesci a capire che non puoi continuare a lasciare la tua procura ad una persona che pur di lucrare non si fa scrupoli a distruggere la tua immagine… #GigioMollalo pic.twitter.com/0HClTJuWv4

— Brigante RossoNero (@GrillogiuseppeG) 14 dicembre 2017

Gigio, voglio credere che la scelta di QUESTA foto sia di buon auspicio. Per un futuro, il tuo, libero dall’influenza di chi non sta facendo il tuo bene. #GigioMollalo pic.twitter.com/XcRZmgdfsP

— Milanista Ribelle (@mi_ribelle) 14 dicembre 2017

L’ asse Moggi-Raiola emblema del calcio che fa orrore.
Il Milan deve essere un’altra cosa.#IoStoConMirabelli.#GigioMollalo.

— Giuseppe La Scala (@g_lascala) 14 dicembre 2017