Serie A
Sartori (ToroNews): «Toro, per l’Europa basta margini d’errore. Juric? Non vedo il tecnico in partenza» – ESCLUSIVA
Gianluca Sartori, direttore di ToroNews, in esclusiva per Calcionews24 sul Torino e le ambizioni europee dopo il successo contro l’Udinese
Tra la realtà e il sogno si intercorrono nove partite. E’ proprio questo il numero di incontri che separa il Torino di Ivan Juric dal termine della stagione targata 2023-2024. In altri termini, la linea di demarcazione che svelerà a tutti i sostenitori sabaudi (e non solo), se il tecnico croato sarà riuscito o meno nel suo più grande intento da quando è arrivato in Piemonte: agguantare la qualificazione ad una competizione europea.
Da ormai anni infatti, il Torino insegue il sogno di tornare in pompa magna nel novero dei club “membri” del panorama calcistico europeo: un palcoscenico che a ben vedere non calca dal lontano 2019 (quando i ragazzi di Walter Mazzarri vennero eliminati all’ultimo turno preliminare dal Wolverhampton). Dopo l’esperienza fallimentare sotto la gestione Marco Giampaolo e gli intermezzi con Moreno Longo e Davide Nicola, con Juric i granata sono finalmente tornati a ambire alle zone più nobili della classifica, raccogliendo però “appena” due decimi posti in altrettante stagioni col mister di Spalato in panchina.
Mai come quest’anno però il Torino sembrerebbe impegnato nella lotta per l’Europa, perlomeno sino al tramonto del suo campionato. La vittoria esterna per 0-2 con l’Udinese ha infatti rilanciato le ambizioni di Zapata e compagni: attualmente ad appena 4 punti dal settimo posto e sei dalla sesta casella. Di questo e molto altro ancora abbiamo avuto oggi il piacere nonché il privilegio di disquisire con il direttore di ToroNews Gianluca Sartori. Qui l’intervista realizzata in esclusiva da Calcionews24.
Buongiorno, iniziamo subito dal Torino che vince e convince a Udine. Dove credi che inizino i meriti dei granata e dove invece finiscono i demeriti dei friulani? La compagine di Cioffi è parsa solo un lontano parente di quella scesa in campo con la Lazio…
«Secondo me i meriti sono tanti quelli del Toro. Ho visto una squadra che dal primo minuto è entrata in campo con un atteggiamento propositivo e con la volontà di fare la partita. Ma l’approccio nei primi tempi è quasi sempre propositivo, non mi ha sorpreso questo. Quello che credo sia stato determinante è l’aver giocato bene dal punto di vista qualitativo e tecnico. Tante volte erano stati sbagliati gli ultimi passaggi, mentre con l’Udinese è andata decisamente meglio da questo punto di vista».
La difesa del Torino continua ad operare nel migliore dei modi. Sei sorpreso dal rendimento del reparto di Juric, malgrado – Dijdij da ultimo – gli interpreti teoricamente “titolari” non abbiano quasi mai giocato insieme nell’arco della stagione?
«No, non è più una sorpresa ormai. Sappiamo perfettamente che il pezzo forte della squadra di Juric è la difesa, a prescindere dagli interpreti che giocano. Evidentemente Juric è molto bravo a preparare le partite e individuare per tempo quali sono i pericoli della squadra avversaria e quali sono le contromisure adatte. Poi ovviamente il fatto che ci sia Buongiorno là dietro cambia molto. Quando non c’era lui si sentiva la differenza, invece con Buongiorno il Toro è tornato a concedere praticamente nulla».
Sanabria, Pellegri ed ora Okereke. L’impressione è che Juric stia cercando la combinazione vincente per il suo attacco, in tandem ovviamente, con Duvan Zapata. Chi ti aspetti di vedere nei prossimi incontri al fianco del colombiano?
«Devo dire che Okereke ha fatto un buon esordio da titolare. Mi aspettavo di vederlo prima. Sicuramente ha risposto meglio di Pellegri, il campo ha detto questo. Sta meritando più lui di Pellegri. Anche se per caratteristiche sinceramente Pellegri insieme a Zapata non mi convince: li vedo fisicamente troppo simili. Potrebbero anche giocare insieme, ma il campo al momento dice che Okereke sta meglio. Però, se sta bene, il titolare penso sia Sanabria. Con l’Udinese credo che non abbia giocato per quella botta che ha preso in settimana..ma se sta bene il titolare è lui».
Ora arrivano Monza ed Empoli, la stagione del Toro ci insegna che non esistono partite scontate, eppure per l’Europa sarà fondamentale (o quasi) fare bottino pieno…
«Adesso mancano nove partite…il margine di errore si riduce. Il bonus il Toro se li è già giocati. È evidente che sono due partite che occorre vincere».
Poi arriverà il derby, partita che difficilmente ha regalato grandi opportunità sulla sponda granata del Po negli ultimi anni.
«Sul derby vediamo come ci arriveranno le due squadre. Se vedi la Juve degli ultimi due mesi sembrerebbe una partita giocabilissima. E’ forse quello che è mancato a Juric nel suo triennio al Toro. Dipende da come ci arrivano le due squadre, vediamo come ci arriva il Toro. Prima ci sono queste due partite molto importanti».
Concludiamo con uno sguardo verso il futuro. Al termine della stagione torneràdi cose in auge il rinnovo di Juric. Credi che l’eventuale permanenza del croato sia meramente da legare al raggiungimento della tanto ambita competizione europea? O al contrario, a fronte di un progetto concreto – anche in caso di mancata qualificazione – potrebbe mettere le radici in Piemonte per gli anni a venire?
«Molti lo vedono già in partenza. Io non sono tanto di questo avviso, non percepisco da parte sua questa voglia di andare via. Anzi, vedo un tecnico che sta bene nell’ambiente, che ha sposato la causa con convinzione anche. Se poi riceverà offerte da club più importanti è un conto. Anche se al momento non mi risulta che siano arrivate. Però ripeto, io non vedo uno Juric in partenza».