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Giampaolo Pazzini, il predestinato offensivo dell’Atalanta di Mandorlini
Pazzini e quel ciclo con l’Atalanta durato troppo presto: dal Settore Giovanile all’esplosione con Mandorlini fino alla cessione
Sfornare giovani dalla propria “cantera” è sempre stata la routine per l’Atalanta: tra risultati di squadra e questione di bilancio. Ed è proprio nel momento in cui ci sono problemi di questo tipo che si possono dall’altra parte creare grandi opportunità per lanciare nuovi talenti per il calcio italiano, nonostante la consapevolezza di poterseli godere solo per poco. Uno su tutti, parlando di attaccanti, è Giampaolo Pazzini.
Nato il 2 agosto 1984 a Pescia (provincia di Pistoia), Giampaolo Pazzini viene notato e acquistato dall’Atalanta nel 1999 in uno dei periodi più importanti per il Settore Giovanile: usufruendo della “Casa del Giovane” per accogliere tutti quei talenti che venivano fuori Bergamo. In poco tempo scala le gerarchie portando su di se l’etichetta di predestinato: attaccante tanto agile quanto freddo in zona goal, e il debutto in prima squadra è dietro l’angolo.
L’Atalanta nel 2003/2004 ha forti problemi economici, effetto collaterale della campagna acquisti costosa di due anni fa. La Dea è costretta a puntare sui suoi giovani per ritornare in Serie A e salvare le casse del club. Giampaolo trova l’occasione giusta per entrare nel calcio dei grandi dove può beneficiare sia di un tecnico come Mandorlini che dell’infortunio di Igor Budan verso la metà stagione. I risultati sono strabilianti: 39 presenze, 9 goal e 1 assist.
Si ritorna in Serie A, ma quella Dea è troppo fragile rispetto alla concorrenza, rimanendo sempre all’ultimo posto in classifica. Nonostante ciò si fa notare siglando il suo 1° goal al debutto, riapre le speranze al 90′ contro l’Inter e infine segna con il Cagliari.
A gennaio però arriva la chiamata della Fiorentina che lo paga 6,5 milioni di euro, e per un’Atalanta che ha bisogno di soldi è inevitabile la cessione: nonostante la Dea sia andata a rinforzare una sua diretta concorrente per la corsa alla salvezza (e l’ex nerazzurro sarà decisivo ai danni dei bergamaschi). Da avversario, Pazzini vedrà l’Atalanta come vittima preferita anche tra Sampdoria, Milan e Verona, senza però dimenticare quanto Bergamo (Mino Favini in primis) siano stati importanti per lui.