Giaccherini: «Juve, i tempi cambiano: vincere sì, ma anche GIOCARE BENE. C'è un giocatore dell'Europeo da prendere SUBITO. Conosco Thiago Motta, parla poco ma QUANDO LO FA…» - Calcio News 24
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Giaccherini: «Juve, i tempi cambiano: vincere sì, ma anche GIOCARE BENE. C’è un giocatore dell’Europeo da prendere SUBITO. Conosco Thiago Motta, parla poco ma QUANDO LO FA…»

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Le parole di Emanuele Giaccherini, ex calciatore della Juventus, sul nuovo progetto bianconero targato Thiago Motta

Emanuele Giaccherini, giocatore pupillo di Antonio Conte che alla Juve lo valorizzò tantissimo, fa le carte al campionato che verrà e parla dell’Europeo che sta finendo su La Gazzetta dello Sport. Ecco alcuni estratti della sua intervista.

THIAGO MOTTA COMPAGNO DI NAZIONALE«Non era un chiacchierone. Ma quando parlava, c’era da preoccuparsi. E infatti stavamo tutti zitti ad ascoltarlo. Thiago ha una personalità incredibile e a Bologna ha raggiunto una storica qualificazione in Champions mostrando un calcio straordinario».
SI RIPETERA’ ALLA JUVE«Sono ottimista. Se riuscirà a trasmettere le sue idee, magari adattandole anche alle caratteristiche diverse di alcuni bianconeri, vedremo una Juve divertente e vincente. Giuntoli, che ho avuto come ds a Napoli, è navigato e conosce il calcio. Se ha voluto Thiago è perché si era accorto che con Allegri la squadra aveva vinto poco ed espresso anche meno a livello di gioco. Alla Juve conta trionfare, ma i tempi cambiano e giocare bene aiuta».
COSA MANCA«Douglas e Thuram sono rinforzi importanti per il centrocampo, che è il fulcro del gioco di Thiago. Koopmeiners sarebbe prezioso. Ma se davvero dovesse andare via Chiesa, fossi nella Juve pagherei la clausola di Nico Williams all’Athletic Bilbao».
CONTE E GIACCHERINHO«Perché, se Cambiaso si chiamasse Cambiasinho? Andrea, nel grigiore della Juve dello scorso anno, è stato il migliore, dimostrando di essere utile in modi diversi. E vedrete che con Thiago anche Locatelli sarà un altro: Manuel deve toccare 100 palloni a partita».
L’EUROPEO«Vedere la Spagna in finale mi fa pensare alle nostre sfide. Soprattutto a quella del 2016, quando interrompemmo la loro egemonia e vendicammo la sconfitta di quattro anni prima in finale. Passano le generazioni, ma la Spagna trova sempre dei campioni. Adesso ha Yamal. Nico Williams, Rodri…».
I RIMPIANTI DELL’ITALIA«Quello di non aver giocato al massimo delle proprie possibilità. Sono mancati fame, coraggio ed entusiasmo. Mi sarei aspettato un’Italia inferiore a livello tecnico rispetto ad altre big, ma più forte come gruppo».