2016

Löw: «Italia? Vince quando parte male»

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Le lamentele per la formula: «Chi ha un punto può qualificarsi»

Anche la Germania ieri ha riposato, tutti tranne Joachim Löw, che ha parlato alla stampa per togliersi qualche sassolino dalle scarpe dopo le prime due giornate degli Europei. La sua squadra, infatti, è finita nel mirino delle critiche dopo il pareggio con la Polonia, ma il commissario tecnico tedesco non è sorpreso, visto che lo stesso è accaduto due anni fa ai Mondiali e tutti sappiamo come è andata a finire in Brasile. Una cosa è certa: il gruppo è con lui. «I giocatori hanno carattere e personalità, mi vengono a chiedere delle scelte, propongono soluzioni, sono critici», ha dichiarato Löw, come riportato da La Gazzetta Sportiva.

LE DIFFICOLTA’ – Qualcosa, però, deve cambiare per forza, serve velocità dalla trequarti in avanti. Qual è allora il problema? Löw esclude l’aspetto fisico, ma parla di tattica: «Non è questione di vero o falso nove, di grande o piccolo. Ma di quante persone possono restare in area vicino a chi riceve la palla. Finora l’abbiamo fatto con poca presenza, siamo stati troppo distanti, non mettiamo sotto stress l’avversario». Si parla poi dei singoli: Löw spiega che non ha giocatori preferiti e che punta su Özil e Götze perché hanno le qualità per superare più avversari con un solo passaggio. Poi difende Müller, che va messo in condizione di segnare. Vanno risolte, dunque, le difficoltà di costruzione. Forse il modello tedesco ha qualche falla: «Guardo le partite dei ragazzini, vedo tanti passaggi e passaggini, ma pochi dribbling. Nessuno impone l’uno contro uno. E’ bello che siamo diventati un movimento dal tocco fine, ma questo sviluppo ci ha fatto dimenticare l’importanza del dribbling, del costruire la superiorità superando l’avversario con la palla». Löw ha ribadito che la decisione di Lahm è irreversibile e che vuole puntare ancora su Höwedes.

IL CAMMINO – E’ ancora troppo presto per dare giudizi, ma il ct della Germania ha qualche certezza: «Passeremo per primi e giocheremo a Lilla l’ottavo. E’ l’unica cosa che so. Contro chi, è difficile, questa formula non mi va. Il formato a 16 squadre era ideale. Qui dopo due match ci sono nazionali con un punto che possono qualificarsi. Non mi piace ma lo devo accettare». Infine, sull’Italia: «Ha iniziato bene. Nel 2006 cominciò male e diventò campione del mondo. Quindi ho molte speranze».

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