2009
Germania, Bierhoff: “In Italia non si investe sui giovani”
Accostato dalla stampa tedesca al Milan, Oliver Bierhoff, oggi dirigente della Germania, commenta dal Sudafrica ai microfoni de La Gazzetta dello Sport l’eliminazione dell’Italia ai Mondiali e cerca di spiegarne i perchè: “Abbiamo dimostrato maturità tattica e potenza: i nostri ragazzi, frutto di una politica mirata, sono già pronti per restare a lungo su alti livelli internazionali. Non vorrei passare per professore, anche voi siete onesti nell’analizzare la delusione del Mondiale. Però si è visto che mancavano le grandi personalità . Infortuni e gente stagionata hanno penalizzato gli azzurri. Il calcio italiano ha dei problemi da tempo… Pochi investimenti negli stadi, che dovrebbero essere la prima risorsa di un club; molto potere alle società ; differenza di vedute tra lega e federazione, con l’impressione che conti molto di più la prima. E’ naturale che i presidenti facciano il loro interesse, però se paga la nazionale ci rimette tutto il movimento. Da voi gli azzurri, anche per la gente, contano meno delle grandi squadre del campionato. Con molta difficoltà : nel 2002 siamo arrivati secondi al Mondiale, ma si vedeva che era una soluzione tampone. Poi nel 2004 siamo di nuovo usciti subito dall’Europeo, però era già in corso il processo che recentemente ci ha portato in cima all’Europa come juniores… Guardate à?zil, Badstuber, Mà¼ller, anche i fratelli Boateng. Nel 2000, quando la nazionale maggiore non vinse nemmeno una partita all’Europeo, erano bambini che iniziavano nei club. La federazione ha istituito i centri di reclutamento giovanile, ha finanziato le società più in difficoltà , ha mandato tecnici a istruire l’allenatore di paese che viveva sul suo passato da dilettante. I soldi sono serviti soprattutto a creare istruttori di tipo professionistico anche in strutture piccole. Certo, pure in Italia si lavora bene, ma se le società sono indebitate fino al collo, il primo pensiero è cercare il ragazzo che costi poco, perlo più straniero, per poi rivenderlo con forte guadagno. Avete un problema tecnico, di qualità . Mi sembra che vi siate rilassati sul passato, che pensiate di essere i più bravi a livello tattico, che anche l’addestramento tecnico sia il migliore. Molte nazioni, la nostra inclusa, hanno capito i propri difetti e ci hanno lavorato. Se prima avevano soltanto doti fisiche, hanno sviluppato le altre, e viceversa. L’Italia è rimasta un po’ ferma, però il calcio non lo permette: corre e progredisce velocemente”.