Calcio Estero
Addio Gerd Muller, centravanti così non se ne vedranno più
Se ne è andata un’altra leggenda del calcio mondiale: addio a Gerd Muller, incarnazione purissima dell’essenza del bomber
Non c’è pace per il mondo del calcio che in una asfissiante domenica di Ferragosto saluta per sempre Gerd Muller, il bomber per antonomasia. Nessuno come lui ha saputo incarnare il ruolo iconico del centravanti, di cui è stato interprete indimenticabile negli anni Sessanta e Settanta.
Impressionanti i suoi numeri, da fenomeno assoluto. Un totale di 730 gol in 788 partite ufficiali tra club e nazionale, di cui oltre 400 con la sola maglia del Bayern Monaco, ovviamente cifra record per il sodalizio bavarese.
Gol spesso e volentieri determinanti come quelli realizzati nella finale degli Europei 1972 e nella sfida contro l’Olanda di Cruijff che assegnò i Mondiali del 1974 alla sua allora Germania Ovest. Palmares ricco, ricchissimo anche a livello di club, nel quale spicca il tris di Coppe Campioni consecutivo dal ’74 al ’76, e a livello personale: dal Pallone d’Oro 1970 alla doppia affermazione nella Scarpa d’Oro.
La sfilza di record e trofei però non riesce a descrivere completamente la grandezza di Gerd Muller. Rapido e furbo, tecnico e imprevedibile, in una sola parola: letale. Il re assoluto dell’area di rigore, all’interno della quale è stato maestro di movimenti e smarcamenti.
Una fonte di ispirazione per intere generazioni di attaccanti, a cominciare dall’immenso e altrettanto compianto Paolo Rossi che per caratteristiche è stato probabilmente il più vicino al fuoriclasse tedesco. Generazioni di centravanti che non esistono più e, forse, non esisteranno più.
Perché nel calcio moderno c’è ormai poco spazio per il ruolo del bomber d’area, complice anche la l’evoluzione del “falso nueve” che ha riscritto le regole del gioco d’attacco e le richieste tattiche degli allenatori che chiedono sempre maggiore applicazione ai propri attaccanti. Insomma, lo specialista dei 16 metri è di fatto in via d’estinzione. Anche per questo Gerd Muller e Paolo Rossi ci mancheranno moltissimo.