2017
Genoa: dal folle mercato al rischio Serie B
Le ultime sessioni di mercato e una guida tecnica non all’altezza mettono a rischio retrocessione il Genoa
Quattro le giornate al termine del campionato, cinque i punti di vantaggio sul Crotone , sette le gare consecutive senza vittoria, uno il punto ottenuto dall’11 di marzo a oggi. Questi i numeri della disastrosa situazione del Genoa, squadra rivelazione in positivo fino a dicembre, in negativo da lì in poi. La paura del Grifone è ora quella di sprofondare definitivamente in un abisso di nome Serie B, le gare con Inter e Torino in casa e le trasferte di Palermo e Roma da qui al termine del campionato fanno tremare le gambe ai tifosi rossoblù. Né l’arrivo di Andrea Mandorlini, né il ritorno di Ivan Juric hanno sortito l’effetto sperato, il Genoa di inizio stagione non c’è più, scomparso, tra la rabbia dei tifosi. Rabbia che anche contro il Chievo si è mostrata nel suo lato più brutto con il reiterato lancio di fumogeni che ha costretto l’arbitro Pairetto a interrompere la gara. Per un attimo la mente è tornata al 22 aprile 2012, quando gli ultras genoani costrinsero i giocatori a togliersi la maglia fermando la gara con il Siena sul punteggio di 0 a 4 per gli ospiti. In quella stagione il Genoa si salvò con un colpo di reni nelle ultime giornate, questa volta non si sà. Certo è che comunque vada a fine anno andrà fatta un’analisi completa che identifichi i motivi del crollo rossoblù.
Genoa: il mercato tra le cause del crollo
Uno di questi può certamente essere considerato il mercato di gennaio, che come ormai accade da diverse stagioni ha rivoluzionato la compagine ligure. Nelle ultime 6 sessioni il Genoa di Enrico Preziosi ha ceduto più di 30 giocatori in prestito o a titolo definitivo. Tra questi vanno certamente elencati nel 2014/2015: Gilardino, Sturaro, Vrsaljko, Antonelli; nel 2015/2016: Bertolacci, Iago Falque, Mandragora, Kucka, Perotti, Ansaldi, De Maio e in questa stagione: Pavoletti, Rincon, Ocampos. Più di ogni altra squadra italiana, tutti o quasi finiti nelle big della Serie A per cifre basse se si considerano gli standard europei. Tutto ciò a discapito del Genoa che si è ritrovato diverse volte senza un gruppo coeso, senza uno spogliatoio vero e da quest’anno senza una guida in grado di dimenticare i partenti e di assimilare i nuovi, in breve tempo, agli schemi tattici. Gasperini ha saputo farlo per anni, Juric, alla prima esperienza in A, no. Perin, Simeone e Laxalt potrebbero essere i prossimi a salutare per far cassa, ora però è doveroso pensare al campo e all’Inter perché la salvezza da formalità si sta trasformando sempre più in un incubo a occhi aperti.