2014

Genoa, Centurion: «Senza calcio sarei un drogato»

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Il giocatore rossoblu: «Da dove vengo io è dura, non puoi cambiare le cose»

GENOA CENTURION – Il calcio come mezzo per sfuggire alla povertà o, peggio, alla morte: è la storia di molti ed è la storia anche di Ricardo Centurion, giocatore del Genoa, che si è raccontato oggi in una intervista per “Il Secolo XI”. Dalle sue origini: quelle della Buenos Aires che non mangia, fino ad arrivare al sogno di oggi. 

NO ALLA DROGA – Così Centurion: «Senza il calcio, sarei un delinquente, un drogato, o morto. Va così nel “barrio”. Il “barrio” ti trasforma e tu non puoi trasformare il tuo “barrio”. In mezzo al mio quartiere c’è un campo, si gioca tutto il giorno, calciatori forti. Ma pochissimi arrivano, perché non sempre mangi, non ci sono i soldi per il bus, i padri non hanno lavoro. Tevez? Mi ha sorpreso. Mi ha chiamato nello spogliatoio, ha detto “Vieni qua, come stai?”, ci siamo scambiati la maglia e abbiamo parlato, mi ha consigliato di non avere fretta, lavorare duro, fare vita corretta». Un esempio di calcio e di vita, uno che ce l’ha fatta.

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