2015
GdS: PSG tra Lavezzi e… terrorismo
Accuse al club dalla politica, mentre si lavora sul mercato in uscita
Tempi duri per il Paris Saint-Germain, impegnato sul fronte cessioni e sul fronte… terrorismo. In Francia in questi giorni in verità non si fa altro che parlare di almeno un paio di argomenti: Ezequiel Lavezzi e la proprietà qatariota del PSG. Partendo da quest’ultima, va detto che sono già un paio di settimane che alcuni esponenti politici puntano il dito contro il presidente dei parigini Nasser Al-Khelaifi ed i suoi uomini, colpevoli, a detta dei detrattori, di avere avuto un comportamento un tantino ambiguo nei confronti dell’argomento terrorismo dopo l’attentato alla redazione di Charlie Hebdo di inizio gennaio.
NON C’E’ IRONIA NELLA SORTE – Ironia (macabra) della sorte, a settembre la stessa redazione del settimanale satirico decimato dai terroristi aveva disegnato una vignetta dedicata al PSG, invitando ironicamente chiunque avesse paura di attentati a Parigi a rifugiarsi nel club, al sicuro da qualsiasi ritorsione jhiadista. Il candidato alle presidenziali del 2017, Fillon, chiede al PSG di uscire allo scoperto, mentre il suo sfidante, l’ex presidente Sarkozy (da sempre amico della proprietà qatariota), ha definito il Qatar un paese amico. Capitolo Lavezzi: a giugno il PSG spera di ottenere almeno 15/20 milioni dalla sua cessione, riporta oggi La Gazzetta dello Sport, con gli altri 5,5 avanzati dal mercato di quest’anno si potrebbe allentare la morsa del Fair Play Finanzario UEFA e tornare a fare liberamente mercato.