Rischio dimissioni del ct in caso di richiesta di rinvio a giudizio

O l’inchiesta di Cremona o la Nazionale: prima della sfida contro la Croazia incombe per il commissario tecnico Antonio Conte un appuntamento altrettanto importante, che andrà in scena in un’aula di tribunale. Per le vicende legate al calcioscommesse, infatti, Conte rischia l’archiviazione o il rinvio a giudizio.

LA DIFESA – Gli avvocati Francesco Arata e Leonardo Cammarata hanno depositato la scorsa settimana in Procura un terzo memoriale all’attenzione del procuratore capo Roberto di Martino: la difesa è convinta dell’assoluzione in merito alla frode sportiva per Novara-Siena e AlbinoLeffe-Siena, perché le accuse si poggerebbero sulle fragili dichiarazioni del pentito Carobbio, smentite in sede di processo sportivo e in contrasto con quelle di Ilievski (ha dichiarato di non aver avuto contatti con Cone), mentre l’accordo per la sfida con l’AlbinoLeffe è stato perfezionato all’insaputa dell’allenatore, come raccontano i condannati. L’unico reato prefigurabile sarebbe quello dell’omessa denuncia, per il quale Conte ha già scontato la squalifica, ma l’archiviazione appare la soluzione più ovvia.

LE STRADE – I legali comunque hanno pensato ad un piano B: come evidenziato da La Gazzetta dello Sport, in caso di richiesta di rinvio a giudizio, punteranno sul rito immediato perché sicuri di poter dimostrare in tempi brevi l’innocenza di Conte. Del resto il tecnico non si può permettere un processo lungo nella sua posizione. All’orizzonte, infatti, l’Europeo: la ferita per la squalifica scontata non si è mai rimarginata e Conte vive malissimo questa situazione a tal punto che di fronte a un processo a suo carico per frode sportiva potrebbe dimettersi dal suo incarico. L’archiviazione potrebbe arrivare a giugno, in caso di richiesta di rinvio a giudizio si arriverebbe a dicembre-gennaio 2016. Le prossime settimane, dunque, saranno decisive.