2015
GdS: Milan, c’è un piano da Pechino
Il governo punta su Zong per dare impulso al calcio in Cina
Sono giorni decisivi per il futuro societario del Milan. La svolta epocale è dietro l’angolo: il patron Silvio Berlusconi sta per cedere almeno il 30% del club rossonero, ma è molto probabile che la percentuale cresca.
ALLO SCOPERTO – Ieri si è registrata qualche novità sul fronte cinese: Fu Yixiang, vicepresidente della Camera di Commercio italo-cinese, avrebbe ammesso l’esistenza di una cordata legata all’uomo di affari di Hong Kong, Richard Lee. Sarebbero cinque società, di cui quattro cinesi: Wahaha Group, Wanda Group, Huawei, Alibaba e una thailandese, che da sole non possono accollarsi l’acquisto del pacchetto azionario. «Un consorzio formato da diverse grandi aziende pagherà la metà del miliardo di euro richiesto, mentre l’altra metà sarà raccolta tramite finanziamento collettivo. Berlusconi vuole vendere il club rossonero, ma alcuni familiari avrebbero fretta mentre altri preferirebbero tenerlo fino alla costruzione del nuovo stadio per poter richiedere un prezzo più alto», ha dichiarato Fu Yixiang all’agenzia Xinhua.
SORPASSO? – L’impressione, riportata da La Gazzetta dello Sport, è che in Cina si voglia evitare che venga in superficie il progetto più solido, cioè quello della Wahaha Group, che spera di sorpassare Bee Taechaubol. Pare che Berlusconi sia stato colpito più dal progetto cinese che da quello thailandese, perché c’è la volontà di investire subito per rilanciare il Milan e questa potrebbe essere la chiave per sbloccare l’operazione.