2015

GdP: Parma, consigliere Dall’Olio: «Situazione imbarazzante»

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Il consigliere comunale ha scritto una lettera aperta sulla vicenda

La situazione del Parma non è cambiata dopo l’arrivo di Manenti. Il nuovo presidente dei crociati ha chiesto fino ad oggi pazienza alla squadra, ma è chiaro che l’ambiente non potrà aspettare ancora molto. Chi ha voluto parlare del caos della società è stato il consigliere comunale del Partito Democratico Nicola Dall’Olio, che ha scritto una lettera aperta alla Gazzetta di Parma

IL TESTO – Ecco alcuni estratti delle parole di Dall’Olio: «L’imbarazzante vicenda del Parma Calcio va ben al di là della nostra realtà cittadina. E’ una vicenda di rilievo nazionale che scuote ed investe l’intero sistema calcio, ormai sempre più screditato nei suoi organismi dirigenti e di controllo. La sequenza di passaggi di proprietà e la galleria di personaggi che si sono succeduti nelle ultime settimane alla guida del Parma F.C. ha dell’inaudito e dell’inquietante. Come possono dei notai e dei revisori asseverare l’acquisto di una società indebitata per decine di milioni di euro da parte di fiduciari, fondi off-shore, holding non meglio identificate senza proprietari noti e soprattutto senza garanzie e capitali? Cosa stanno a fare gli organismi di controllo della FIGC a cominciare dalla commissione di vigilanza sulle società professionistiche (Co.Vi.Soc)? In nessun altro paese europeo questo indegno spettacolo sarebbe mai potuto andare in onda».

CONTROLLI – «I vari Doca, Giordano, Kodra, Taci e Manenti sarebbero stati messi alla porta molto prima di balzare agli onori della stampa e delle televisioni illudendo città e tifosi. In Italia, invece, tutto questo è stato possibile senza che nessuno, a livello nazionale, intervenisse o dicesse niente. E’ capitato purtroppo al Parma Calcio, ma poteva e potrebbe capitare benissimo anche ad altre società di serie A. ».

RICICLO? – «Se uno spiantato titolare di una società con sede in una stamberga ai confini della Slovenia può acquistare il Parma Calcio e promettere bonifici da decine di milioni di euro chi garantisce, a questo punto, che le società calcistiche non vengano utilizzate come centrali di riciclaggio e non vi siano ingressi di capitali della malavita organizzata, come ha denunciato nel silenzio più generale Don Ciotti? Comunque vada a finire, quanto accaduto al Parma Calcio non può e non deve più ripetersi. I responsabili diretti, in primis chi ha prodotto il debito cercando poi di nasconderlo sotto un mucchio di balle e di vendite farlocche, devono rispondere alla giustizia e pagare».

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