2020
Gazidis: «Scudetto? La stagione è lunga ma non pongo limiti ai sogni»
Gazidis ha rilasciato una lunga intervista a Gazzetta dello sport dove racconta di se stesso ma anche del sogno scudetto del Milan
L’amministratore delegato del Milan Ivan Gazidis ha rilasciato una lunga intervista a Gazzetta dello Sport a cui ha affrontato diversi temi.
Dal mercato al nuovo stadio passando per i rinnovi di Donnarumma e Calhanoglu, ecco le sue parole.
TIFOSI – «Portare orgoglio ai tifosi, ma per far credere loro i primi a crederci dobbiamo essere noi. Credere fortemente in qualcosa, partendo da una fiducia che arriva dal lavoro e dalla preparazione. Non è semplice, però. Non basta dire “ci credo” ed è tutto risolto. È agire che crea fiducia. Noi abbiamo bisogno di muoverci e costruire con umiltà perché non abbiamo vinto nulla, non siamo alla fine del percorso. Se anche solo per un attimo ci sentissimo appagati, siamo morti. Occorre continuare a lavorare, e questo è un processo che ci rende felici».
SCUDETTO – «La stagione è lunga e non voglio imporre limiti ai sogni dei giocatori e dei tifosi. Inseguire i sogni e credere nelle nostre capacità è importante. Ma avere solo sogni senza lavoro, preparazione e gioco di squadra, equivale a non avere opportunità. Con tutti questi ingredienti allora tutto è possibile. Io ho i miei sogni e anche i miei incubi… Ibra sa cosa è necessario per sognare, cosa è necessario fare per raggiungere i sogni, perché lui sa che dietro ogni sogno c’è un lavoro duro. Per me è uguale. Il mio focus è il lavoro. Quando dormo sogno, ma quando sono sveglio lavoro. L’anno in cui iniziai l’avventura negli Stati Uniti la gente diceva che era impossibile creare una lega professionistica di calcio da quelle parti e poi si è visto com’è andata. Vedo delle analogie qui».
MALDINI – «Paolo rappresenta la storia del club, ma non è questa la ragione per cui credo in lui. Io credo in lui perché è persona che guarda avanti, abbraccia nuove cose, lavora con umiltà e passione ma anche intelligenza. È una cosa che ho visto subito, appena arrivato. Maldini è il punto di riferimento di un settore che lavorano nel modo giusto in tutte le sue componenti, con Paolo come punto di riferimento».
PIOLI – «È un uomo di una profondità straordinaria. È arrivato in un momento complicato, aveva davanti una sfida complicata. Ciò che mi ha impressionato è che fa le cose in modo semplice, fa sembrare tutto facile, anche quando non lo è. È stato bravo a non dare peso a ciò che gli stava intorno, e in effetti la soluzione giusta ce l’avevamo sotto il naso. Quando abbiamo capito che lui poteva concretizzare la nostra visione, andare avanti con lui è stata la cosa più normale. Apprezzo molto il suo modo di lavorare e come si pone fuori dal campo, lo stile è importante. La verità è che anche quando ci siamo trovati in momenti difficili, vedevo una luce nel gioco della squadra e in nessun momento né io, né Maldini e né Massara abbiamo pensato che tutto fosse finito. C’era qualcosa che ci dava speranza. Il nostro adesso è un calcio progressista, innovativo, applicato con coraggio e serietà. Non vogliamo imporre un obiettivo fisso di classifica, perché non è così semplice. Le cose non sono così nette, sono valutazioni complessive. Per noi è più importante vedere il progresso verso l’obiettivo, che è darci un futuro all’altezza».
MERCATO – «Questa squadra è un organismo delicato, con tanti ingredienti, c’è un equilibrio abbastanza magico da preservare. Le scelte devono essere coerenti. Per esempio ci sono personalità che emergono, come Kalulu: si è fatto trovare pronto perché ha lavorato. Quindi occorre pescare le persone giuste e non prendere qualcuno tanto per farlo. Maldini è sensibile e intelligente, quindi sa mantenere gli equilibri».
RINNOVO IBRA – «Del rinnovo non abbiamo ancora parlato. Sarà una decisione non solo del club, ma anche sua. È una persona speciale con motivazioni straordinarie e di grande intelligenza. Questa combinazione gli dà una grande forza in tutto ciò che fa. Ci avevamo già provato a gennaio 2019, ma ci aveva detto no perché la storia col Galaxy non era finita. Ibra fa migliorare il gruppo perché ti sfida a dare di più, e questa sfida l’accettano tutti, giocatori e club. A questo livello trovare un 5% in più dentro di sé, fa la differenza».
DONNARUMMA E CALHANOGLU – «Le discussioni procedono. E poi non c’è nessun dubbio sulla loro professionalità, e questo è importante. Percepisco un ambiente molto positivo. Però vorrei fare una precisazione importante. La nostra è una storia collettiva, non del singolo. Quando i giocatori cantano Pioli “is on fire”, il coro non è realmente su Pioli, ma pensano al collettivo. In questa squadra ognuno lotta per l’altro, quando uno fa un errore c’è un grande supporto. Se mi chiedete il segreto della squadra, è questo. Difficile parlare sono di individualità. Si parla spesso di Ibra, okay, ma ognuno ha una storia bella e divertente da offrire. L’assenza di Zlatan ha rafforzato la squadra. E poi anche la squadra ha dato qualcosa a lui».
STADIO NUOVO – «Questa città ha bisogno di uno stadio per il futuro. In Mls ho visto come gli stadi hanno dato un impulso molto forte allo sviluppo del calcio. San Siro è un mito, ma non è questo il tema. Il tema è che se diciamo di no ora, sappiamo già cosa succederà. Dobbiamo pensare alle future generazioni di tifosi e ai loro bisogni».