Calciomercato
Gattuso “blinda” Suso ma il Milan non ha fretta
Suso è stato “blindato” da Gattuso in conferenza stampa: il tecnico spinge per un rinnovo che la dirigenza non ha fretta di fare
Questa sera sarà sold out allo stadio Atleti azzurri d’Italia per lo scontro diretto Atalanta-Milan. Oltre alle decine di migliaia di tifosi bergamaschi e rossoneri ci saranno anche alcuni osservatori del Tottenham interessati a due calciatori attualmente tesserati dal Diavolo: Kessié e Suso. Se per l’ivoriano le possibilità di lasciare Milanello in estate sembrano essere minime (ha soli 22 anni ed è stato sempre utilizzato da Gattuso nelle ultime due stagioni) per lo spagnolo l’attuale clausola rescissoria da 40 milioni rappresenta una “via di fuga” preoccupante per dirigenti e tifosi. Proprio riguardo al destino di Suso ieri a “sbilanciarsi” in conferenza stampa è stato proprio il tecnico rossonero che rivolgendosi idealmente a Leonardo e Maldini ha così dichiarato: «Per quello che mi ha dato, mi dà e mi darà, dico che Suso merita il rinnovo. C’è grande rispetto verso di lui».
Un messaggio chiaro e diretto alla dirigenza rossonera ancora non convinta se affidare all’esterno spagnolo un ruolo di primo piano nei futuri piani del Milan. Stando all’attuale accordo (con scadenza nel 2022) su Suso resta attiva una clausola rescissoria da 40 milioni di euro valida per l’estero. Una cifra decisamente accessibile per club facoltosi come Arsenal, Tottenham e Liverpool, tutte squadre interessate al profilo dello spagnolo e ben disposte a spendere una cifra pari a quella stabilita dalla clausola che Leonardo e Maldini, forse anche con un po’ di malizia, non hanno fretta di eliminare. Proprio la scelta della dirigenza milanista al momento sembra essere quella di “rimandare” il problema valutando con attenzione prima quali e quanti club busseranno alle porte di via Aldo Rossi e, solo poi, presentare un eventuale rinnovo di contratto al proprio numero 8. Perché come aggiunto da Gattuso in conferenza stampa: «Io posso dire la mia ma chi prende le decisioni sono altri».