2016

Gassmann e Bisio ‘giocano’ il big match Roma-Milan

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I protagonisti di “Non c’è più religione”, tifoso giallorosso l’uno, rossonero l’altro, si punzecchiano scherzosamente sul posticipo di stasera all’Olimpico Roma-Milan

In questi giorni sono insieme nei cinema italiani con il loro nuovo film «Non c’è più religione», commedia uscita lo scorso 7 dicembre, ma calcisticamente sono divisi da due fedi diverse. Parliamo di Alessandro Gassmann e Claudio Bisio protagonisti del film diretto da Luca Miniero. Gassmann, infatti, tifa Roma, mentre Bisio è tifoso del Milan. Le rispettive squadre s’incontrano stasera all’Olimpico in un Roma-Milan d’alta classifica e allora quale migliore occasione per intervistarli? A farlo ci hanno pensato i colleghi de La Gazzetta dello Sport e il risultato è stato come prevedibile molto divertente. «Partiamo da un dato certo – esordisce Gassmann – noi, cioè la Roma, siamo secondi, loro sono terzi. La classifica avulsa, la differenza reti, parla chiaro. Noi davanti. E ci resteremo». Bisio ovviamente non ci sta: «Io e Ale siamo molto laici, anche sul calcio. Ma mi ha dato un po’ fastidio questa sua dichiarazione sulla classifica avulsa. Gli ho detto, ma dai, piantala lì, lui invece a tenere il punto. Eddai».

UN MONTELLA IN COMUNE – Calcisticamente c’è un filo conduttore che attualmente collega Roma sponda giallorossa alla Milano rossonera e porta il nome di Vincenzo Montella, attaccante che in carriera ha fatto le fortune della Roma e che oggi guida il Milan. «È stato uno dei più forti attaccanti della Roma – ricorda il figlio di Vittorio Gassmann – poi un bravissimo allenatore. Non mi sarebbe dispiaciuto se fosse tornato da noi, anche se Spalletti sta facendo benissimo, nonostante difficoltà societarie e alcuni errori di mercato. Bene essere secondi, ma se continua così e non si vince mai niente, è come essere quinti o sesti. A Milano Montella sta facendo un super lavoro, ha compattato un gruppo sfaldato, ha fatto emergere una qualità sorprendente, confermata dai risultati. Hanno un portiere eccezionale, diventerà un faro della Nazionale. Ma quanto dureranno?» Entusiasta dell’Aeroplanino anche l’ex conduttore di Zelig: «Montella è bravo, ha fatto di necessità virtù, dopo la modesta campagna acquisti. La sorprendente novità sono questi giovani: bravi, usciti dal vivaio, con un gioco divertente, bello da vedere, efficace. Secondi in classifica con un ragazzo come Donnarumma più giovane di mio figlio. Incredibile».

DZEKO, NAINGGOLAN E I GIOVANI ROSSONERI – Se gli si chiede chi siano i punti di forza delle rispettive squadre entrambi sembrano avere le idee chiare. «Nainggolan e Dzeko sono fantastici lì davanti, spero che Manolas possa rientrare, e poi De Rossi è tornato a fare il De Rossi – dice Gassmann -. Non ho angora digerito la mancanza di Pjanic a centrocampo, Strootman è un buon giocatore, ma non c’è paragone. E poi quella simulazione a bordocampo non mi è proprio piaciuta. Non è da campioni». Punta su nomi meno noti ma di sicuro avvenire Bisio: «Montolivo è sempre nel mio cuore, poi De Sciglio, Calabria, mi incuriosisce anche Suso, che già gira bene. È proprio un bel Milan, ottimo. Ad inizio stagione si diceva che l’obiettivo era arrivare tra le prime quattro, oggi dico che il secondo posto ci sta tutto. E ce lo giocheremo con la Roma».

COMPORTAMENTI DA EVITARE – Riprendendo il titolo del loro film, ai due è stato chiesto “Quando nel calcio non c’è più religione?”. «Con Rüdiger e i calzini… – la risposta secca di Gassmann -. Purtroppo il razzismo c’è, ed è molto diffuso. Un calciatore deve essere consapevole del suo ruolo tra i ragazzi, tra i tifosi di tutto il mondo, perché il nostro campionato si vede ovunque. Ha un peso enorme, le stesse società dovrebbero armarli di un bagaglio culturale maggiore. Specie se giocano in Italia, paese straordinario come accoglienza. E lo dico da ambasciatore dell’Unhcr, ”Agenzia Onu per i rifugiati”». Gli fa eco un Bisio, preoccupato anche dall’avanzata dei cinesi sul Milan: «Il popolo è così, ora poi sul web viene fuori qualsiasi cosa. Non si riesce più a sorridere, a giocarci su. Stemperando si eviterebbero le violenze e le intemperanze che ci sono anche negli stadi. Diciamo anche che non c’è più religione con il Milan ai cinesi… Anche se non è detto, ogni giorno viene fuori una nuova idea! Comunque non credo che cambierà poi granché, l’Inter è già dei cinesi, ma nel bene e nel male rimarremo nel campionato italiano».

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