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Gasperini: «La soddisfazione di vincere a Liverpool ed essere applauditi da tutti, in Italia non succede. Dublino l’abbiamo capita dopo un po’. Ho scelto l’Atalanta con una convinzione…»
L’allenatore dell’Atalanta ha parlato di alcune tappe importanti della sua carriera da tecnico bergamasco
Gian Piero Gasperini è stato uno degli ospiti del Festival dello Sport, manifestazione organizzata da La Gazzetta dello Sport a Trento. Ecco alcune delle sue dichiarazioni, a partire dalla finale di Europa League vinta con l’Atalanta.
DUBLINO COME UN SOGNO – «Sì ma poi i sogni non me li ricordo, però se avessi dovuto fare un sogno, avrei sognato quella notte. Forse inconsciamente l’ho sognata, soprattutto il dopo. Ci siamo resi conto che era stata un’impresa importante solo qualche mese dopo».
ALL’ATALANTA PARLO’ SUBITO DI UN CICLO – «Avevo fatto una carriera sempre in crescita con il brusco stop prima all’Inter e poi a Palermo. Ero alla ricerca di una società dove poter lavorare con i giovani, le big puntavano sugli stranieri e dopo il Genoa pensavo di poter fare un lavoro che in altri club in Italia non si poteva fare».
BERGAMO – «A Bergamo c’è un grande attaccamento alla squadra. Io mi sono calato nel tempo con una grande appartenenza a questa squadra. Poi abbiamo fatti tanti risultati importanti, inizialmente con una squadra molto giovane che mi piaceva molto e mi ha dato grandi soddisfazioni. Avevano un’adrenalina dentro pazzesca. In quegli anni facevamo sempre gol nei primi venti minuti».
ANFIELD – «Una delle più belle soddisfazioni è stato vincere ad Anfield col Liverpool ed essere applauditi da tutti i tifosi. Questo purtroppo in Italia non succede, per una questione di educazione».