2016
Gascoigne si racconta: «Ho pianto per giocare con la Scozia»
Paul Gascoigne, centrocampista inglese che ha unito genio e follia, in Italia ha vestito la maglia della Lazio. Oggi a 20 anni di distanza dalla famosa partita contro la Scozia, ha ripercorso le tappe della propria carriera in un’intervista al Daily Mail
Gli amanti del calcio non potranno mai dimenticare il pallonetto di Paul Gascoigne agli Europei del 1996, che consentirono all’Inghilterra di battere la Scozia a Wembley. L’eccentrico centrocampista inglese, che in Italia ha vestito la maglia della Lazio, ha ripercorso le tappe della sua carriera in un’intervista rilasciata al Daily Mail, partendo proprio da quegli Europei giocati in casa: «Era una squadra formata da calciatori formidabili, bravi ragazzi. Poi avevamo Terry Venables, è stato lui a portarci avanti. Sapeva di cosa avevo bisogno. Prima dell’inizio della competizione mi disse che non potevo essere il capitano, perché su di me c’era troppa pressione. Ed io gli risposti che mi andava bene, tanto in campo il capitano restavo io».
LA SFIDA CON LA SCOZIA – «Solitamente non mi preoccupavo dell’avversario – ha continuato Gazza – ma la sera prima non riuscivo a dormire, forse perché avevo paura di non giocare. Allora sono andato a bussare alla porta del mister, chiedendogli se avrei giocato e lui mi rispose di no. Avevo le lacrime agli occhi, lo supplicai di concedermi un’altra possibilità. Continuai per mezz’ora, quando mi disse: “Certo che domani giochi! Ma ora vattene a letto”. Fu incredibile».
SULLA SUA CARRIERA – «Sarei potuto andare al Manchester United, ma non avevo la certezza di giocare con regolarità, ed io avevo voglia di giocare. Mi dissero che allo United mi avrebbero controllato: ma Rooney ha avuto problemi, Giggs ha avuto problemi, Ferdinand ha avuto problemi e Cantona ha preso a calci un tifoso. Forse non controllavano così bene(ride, ndr). L’unico rammarico che ho è che non ho mai pensato a cosa avrei fatto dopo: quando ho smesso di giocare non avevo più nulla».
IL GIOCATORE IN CUI SI RIVEDE – «Oggi guardo i primi 15 minuti di una partita, ma se è brutta cambio canale. Soprattutto quando vedo giocatori che guadagnano 150 mila sterline a settimana e che non saprebbero neanche stoppare un sacco di cemento. Qualche giocatore inglese che mi piace, però, c’è: ad esempio Vardy, è veloce e tagliante. Poi c’è anche Walker, che ha ottime qualità. Il Tottenham ha qualche buon talento su cui si può lavorare».