2014
Garra e fantasia, il Palermo di Iachini c’è
Il mister ha trasmesso la grinta giusta, l’attacco-boom fa il resto. Ma la classifica ancora non sorride…
La colonna sonora dell’estate del Palermo è stata rappresentata da un ritornello ricorrente, quasi monotono. Critiche su critiche per qualunque tesserato rosanero: più leggere, ma sicuramente meno meritate, nei confronti dei giocatori che avevano appena conquistato una promozione facile sulla carta ma comunque sudata e ottenuta battendo ogni forma di record; più pesanti, e sicuramente indirizzate meglio, nei confronti di una dirigenza e della proprietà che durante l’estate è stata bravissima a vendere (Hernandez e Lafferty via per una cifra che ha sfiorato i 20 milioni complessivi), ma decisamente meno abile nel rafforzare una rosa all’apparenza indebolita, ma che ha ottenuto dal proprio allenatore una grinta e una personalità invidiabili.
E tutte le qualità assunte dal Palermo in un anno vissuto con mister Beppe in panchina, si stanno vedendo limpide nelle prime quattro giornate nel campionato del ritorno in Serie A. Qualcuno poteva pensare a una squadra spaesata nel salto di categoria, nel passaggio da un campionato cadetto in cui il Palermo si è comportato come un bullo catapultato in una scuola gestita dalle suore, a una realtà completamente diverse, in cui i rosa sembravano essere più i bulli ma gli agnelli sacrificali da pestare ogni santo weekend. Eppure la Sampdoria ha dovuto lottare fino al recupero oltre il 90′ per rimontare il gol iniziale di Dybala, anche se quella contro i blucerchiati è stata la prestazione meno convincente per il Palermo, incapace di chiudere un match messosi in discesa grazie al gol e all’uomo di vantaggio. E quindi, è più giusto prendere in esame le altre tre prove dei rosanero.
Il Palermo va a Verona, contro una squadra che ha fatto del proprio campo una vera e propria roccaforte sin dai tempi della risalita iniziata in Lega Pro. Eppure l’approccio è positivo, la squadra rosanero occupa in pianta stabile la metà campo avversaria e punisce con un gol da opportunista di un sempre più convincente Mudo Vazquez. Toni sfrutta l’esperienza e la malizia per conquistare e trasformare il rigore dell’1-1, Juanito Gomez approfitta di un clamoroso errore di Sorrentino e Pisano per regalare la vittoria ai gialloblù, ma il Palermo c’è e continuerà a dimostrarlo. Inter e Napoli sono banchi di prova pesanti per Dybala e compagni, ma a differenza di quanto possano prevedere esperti e bookmakers i rosanero usciranno da entrambe le gare a testa più che alta, e soprattutto senza perdere.
Il primo tempo del Palermo contro l’Inter è sontuoso, la squadra sembra giganteggiare ma l’unico tiro in porta arriva per via di un errore di Vidic, così come la rete nerazzurra arriva con un po’ di fortuna nel rimpallo vinto da Osvaldo e Kovacic. Vazquez potrebbe gonfiare ancora la rete interista ma colpisce una traversa e manda clamorosamente a lato un’altra comoda occasione, Sorrentino vola per togliere a Osvaldo la gioia del gol in extremis ma il riscontro, al di là dell’1-1 finale, è sicuramente positivo. A Napoli, poi, arriva la dimostrazione del fatto che carattere e voglia di lottare sono alla base dello spirito imposto da Iachini ai suoi ragazzi: Palermo sotto prima per 2-0 e poi per 3-2, soprattutto con il terzo gol finito a fil di sirena, ma i rosanero dal centrocampo in su sono straordinari e possono contare su un tridente che ricorda quelli dei tempi belli, e arriva il pareggio meritatissimo.
Vazquez-Dybala-Belotti pronti a ripercorrere le orme di Zauli-Brienza-Toni, ovvero il magico terzetto del primo anno del Palermo targato Zamparini in Serie A. Oppure come Di Michele-Bresciano-Amauri, il tridente delle meraviglie dei rosanero che per i primi quattro mesi della stagione 2006/07 hanno viaggiato alle stesse medie dell’Inter dei record. Oppure ancora come Cavani-Pastore-Miccoli, il pacchetto avanzato di una squadra che, fino alla primavera del 2010, ha fatto sognare ai tifosi del Palermo il suono dell’inno della Champions League tra le quattro mura del ‘Renzo Barbera’. Iachini con la tempra e la voglia di giocare a viso aperto che a Palermo si è vista in un altro personaggio vulcanico come Delio Rossi, ma anche con un viso piuttosto sereno che ricorda quello che fu il primo allenatore dei rosanero in A, ovvero Francesco Guidolin.
Tanta voglia di lottare, di dimostrare che il Palermo è tornato e lo sta facendo nel modo giusto e con un allenatore poco acclamato ma che fa della cultura del lavoro il proprio credo. Giocando bene a calcio e combattendo su ogni singolo pallone, per cancellare definitivamente l’onta della recente e amara retrocessione.