2013
Garcia, Kone e Chiellini: i Top&Flop della decima giornata di Serie A
SERIE A TOP&FLOP CHIELLINI GARCIA KAKA’ – Con il posticipo tra Roma e Chievo si è chiusa la decima giornata di Serie A: ecco i protagonisti, in positivo e in negativom del turno appena trascorso.
TOP
RUDI GARCIA – Più della squadra, più dei singoli, più di tutti. E’ in Italia da pochi mesi ma il tecnico francese è già riuscito ad entrare nella storia della Serie A: mai nessuna squadra aveva vinto 10 partite di fila dall’inizio del campionato. Lui va oltre, aggiungendo numeri sensazionali a questo record: calcio spumeggiante, 24 reti realizzate, 1 solo gol subito da De Sanctis, +5 sulle seconde e + 11 sulla quarta. La Roma di Zeman dopo dieci giornate aveva 16 punti in meno in classifica e 18 reti in più incassate: altra storia. Adesso viene il difficile, ma i tifosi giallorossi possono stare tranquilli: per Garcia ogni dettaglio fa la differenza.
KAKA‘ – Ricardo Kakà è tornato. Dopo la grande prova contro il Barcellona e lo spezzone di gara contro il Parma, il numero 22 rossonero si riprende San Siro come ai vecchi tempi: destro a giro e palla all’incrocio. Peccato per lui che il resto della squadra sia poca roba e non lo segua: l’ennesima distrazione su palla da fermo vanifica la sua magia.
BRKIC – Se l’Udinese torna alla vittoria anche in trasferta, il merito è per gran parte suo. All’esordio stagionale, respinge alla grandissima l’assalto finale del Sassuolo: miracoloso sull’insidiosa punizione battuta da Floro Flores e sul destro da distanza ravvicinata di Luca Marrone. Dopo più di tre mesi di insicurezza con Kelava tra i pali, Guidolin ritrova il suo portierone. E con lui i tre punti lontano dal Friuli.
KONE – E’ lui l’uomo copertina del Bologna che espugna Cagliari. In campo per la prima volta con la fascia da capitano a causa dell’assenza di Diamanti, il centrocampista greco non fa rimpiangere per nulla l’assenza di ‘Alino’: un quasi assist, un gol e un assist a tutti gli effetti. In tre giorni i rossoblù tornano a respirare: 6 punti, 4 gol realizzati e 0 subiti. Il giusto premio per Pioli, il cui grande lavoro è sempre stato sotto gli occhi di tutti, nonostante una finestra di mercato estiva più che deludente.
FLOP
CALVARESE – Dispiace inserirlo tra i flop di giornata, perché per 89 minuti dirige nel migliore dei modi una gara delicata come quella tra Fiorentina e Napoli : attento ad ogni azione, perfetto nei casi più difficili – simulazioni di Cuadrado e Rossi, rigore su Savic. Poi, al 91esimo, frana: poco aiutato dai collaboratori, punisce con il secondo giallo Cuadrado per una simulazione che non c’è, perché Inler colpisce nettamente l’ala colombiana, non concedendo un rigore solare ai padroni di casa. Un vero peccato, perché aveva dimostrato di meritare la sua prima designazione per un big match.
AGAZZI – Sarà colpa del mancato trasferimento in estate alla Fiorentina o del contratto in scadenza a giugno, sta di fatto che il rendimento di Agazzi sta calando notevolmente: dopo le papere contro la Sampdoria, si ripete con il Bologna. Il tiro di Konè è tutto fuorché irresistibile, lui lo valuta come peggio non potrebbe e regala a Garics un pallone d’oro da spingere in rete.
GASTALDELLO – Prestazione imbarazzante quella del capitano blucerchiato. Va bene, la Sampdoria è impalpabile anche in attacco, ma Gastaldello è clamorosamente colpevole su entrambi i gol dei padroni di casa: prima Toni lo beffa con un tunnel con cui libera Juanito Gomez al tiro, poi è proprio il difensore doriano a smarcare il numero 9 scaligero con un goffo disimpegno di testa.
CHIELLINI – Nulla di premeditato, per carità, ma l’intervento su Bergessio se lo poteva risparmiare: entrata a dir poco dura, dettata sicuramente dall’eccessiva foga agonistica, che però costa due mesi di stop all’attaccante argentino. Ed eravamo a centrocampo e sul 4 a 0 per i bianconeri: eccessive le critiche di Pulvirenti nei suoi confronti, ma troppo morbido il direttore di gara ad estrarre solamente il cartellino giallo. E’ il limite del difensore juventino: non riesce mai a capire quando serve frenarsi. Un po’ come accade con i placcaggi rugbistici – più che trattenute – di cui si rende protagonista in area di rigore.