Alessandro Gamberini si racconta prendendo spunto dall’autobiografia di Mike Tyson, ‘True’: dall’ambiente difficile del calcio alla truffa del suo migliore amico

Alessandro Gamberini a tutto tondo sulla sua vita e la sua carriera. Il 35enne difensore del Chievo Verona, facendo riferimento al libro autobiografico di Mike Tyson, ‘True’, ha raccontato il mondo del calcio e alcuni episodi della sua carriera e non solo. «Giocatori violenti in stile Tyson? Si, ce ne sono, e provando a scavare su chi fossero li ho scoperti nati poveri, abbandonati dai familiari, cresciuti per strada – le parole di Gamberini a La Gazzetta dello Sport – Anche gli insulti non mancano in campo, ma meno di quanto si pensi. Se dovessi raccontare un aneddoto ricordo Ibrahimovic, un giocatore grande e grosso con cui è inevitabile scontrarsi; un giorno in cui giocavo contro di lui avevo una fasciatura al ginocchio: un suo compagno mi colpì e lui, lo rimproverò invitandolo a chiedermi scusa. Poi mi venne a chiedere come stavo». Un mondo del calcio, quello che ha vissuto Gamberini, pieno di sciacalli e senza scrupoli, come racconta anche da esperienza personale: «E’ vero, questo mondo è pieno di gente così. Io tra il 2010 e 2011 sono stato truffato due volte, persi quasi due milioni. All’inizio vorresti avere il pugno di Tyson, poi metabolizzi ma perdi la fiducia in tutti. Per me fu un periodo difficile, ovunque mi voltavo prendevo schiaffi. Chi mi fregò fu il mio migliore amico: con lui andavo in vacanza insieme, ma era un parassita. Uno dei tanti che girano in questo mondo, noi calciatori siamo dei polli. Entriamo in una giostra da ragazzi ma non sappiamo come gira, non sappiamo gestire certi investimenti. Rancore? No, anche se un giorno mi piacerebbe rivedere chi mi ha fregato e sentire cosa ha da dire. Io la notte posso dormire sereno, loro avranno più difficoltà…»