2016

Galeone: «Allegri non va criticato per il gioco, conta vincere»

Pubblicato

su

Giovanni Galeone, ex-allenatore e maestro di Massimiliano Allegri, commenta il momento poco felice del suo allievo e della Juve: «Non capisco perché venga criticato così tanto, alla fine conta solo vincere: il gioco è un di più»

Massimiliano Allegri non sta passando uno dei migliori momenti da quando è seduto sulla panchina della Juventus. Certo, nulla di paragonabile alla situazione post-gara contro il Sassuolo dell’anno scorso, quando la sua panchina sembrava davvero traballante e la Vecchia Signora sembrava aver perso la sua identità vincente. Però dalle parti di Torino si sente più di un mugugno sulla qualità del gioco espresso dai bianconeri e sulla poca cattiveria palesata in Champions League, competizione nella quale il pareggio di mercoledì sera contro il Lione ha certificato una certa difficoltà da parte della banda di Allegri nell’essere cinica nei momenti topici della partita. Del periodo non ottimo dei bianconeri  ha parlato a Tuttosport uno che Allegri lo conosce benissimo, il suo maestro Giovanni Galeone.
QUESTIONE DI CONTI – Galeone tiene subito a difendere il suo allievo: «Non capisco il perché venga criticato per il gioco: alla Juventus, da sempre, interessa solo vincere e il divertire è visto come un di più. Forse solo l’Avvocato era un esteta. A Max si chiede tutto e subito. Ma ha ragione lui: i conti si faranno a marzo. E Max è uno che non si sbaglia con le previsioni. Lo scorso anno, nel pieno della crisi e del pessimismo iniziale, rinviò i discorsi a Natale. E ha avuto ragione. Se lo vedo sereno? Certo. E’ abituato, era un leader anche da giocatore».
ASPETTANDO I RIENTRI – Galeone non vede particolari difficoltà per la Juve in Italia, ma mette in guardia Allegri riguardo le partite da giocare in Europa: «Max è convinto di avere una grandissima squadra e ha ragione. Deve metterla solo un po’ a posto. Di sicuro ottenere risultati quando si è in fase di assemblaggio è un ottimo segnale. In Italia vincerà perché la Juve è troppo più forte della concorrenza. Mentre per la Champions deve trovare un assetto un po’ più europeo. La Juve è forte e verrà fuori una volta che rientreranno gli infortunati, come Dybala e Pjaca. Con il loro rientro la Juve potrà anche giocare con il 4-2-3-1, un sistema più europeo: Marchisio e Khedira davanti alla difesa; Pjaca, Dybala e Pjanic a ridosso di Higuain».
OGGETTI MISTERIOSI – Due nuovi acquisti che stanno facendo molta fatica ad inserirsi sono Pjanic e Dani Alves. Arrivati in estate in pompa magna, per adesso non hanno ripagato le aspettative dei tifosi: «Un giocatore forte come Pjanic non si può discutere. Nel Barcellona, viste le sue caratteristiche tecniche, non avrebbe faticato ad inserirsi. Pjanic si deve adattare alla Juve. Ma sia chiara una cosa: non è lui l’erede di Pogba. L’idea estiva era quella di aggiungere Pjanic al francese. Dani Alves? Al Barcellona era abituato a vincere anche 6-3, qui è diverso: deve entrare nella mentalità difensiva della Juve. Ma parliamo di un gran giocatore. Un regalo ad Allegri per gennaio? Almeno un centrocampista, meglio se di sostanza. Il suo pallino era Gundogan, ma glielo ha soffiato Guardiola».

Exit mobile version