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Gravina arbitri: «I nostri i migliori a livello internazionale»

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Le parole di Gabriele Gravina, presidente della FIGC, sugli arbitri e le riforme del calcio: «Gli errori del VAR sono diminuiti»

Gabriele Gravina ha parlato ai margini del consiglio federale di oggi: di seguito le parole del presidente della FIGC su arbitri e riforme.

ARBITRI – «C’è grande qualità dei nostri arbitri che a livello internazionale sono i più utilizzati nelle competizioni. Quello che non capisco è come sia possibile che abbiamo il coordinatore a livello Fifa, Uefa e Concacaf italiani, le leghe ci chiamano per la nostra esperienza ma noi non comprendiamo la qualità dei nostri direttori di gara. Escluso questo turno di Serie A abbiamo avuto 206 partite di Serie A, con 1076 check da Var, di questi sono stati rilevati 91 errori. Di questi 91, poi, 82 sono stati corretti e 9 no. Vuol dire che la percentuale di errore con il Var si è ridotto allo 0.84, mentre senza tecnologia sarebbe quasi del 9%».

RIFORME – «Il problema della riforma del calcio italiano non è quello della riforma dei campionati, mi stupisce che si riduca il nostro impegno al numero di squadre. Lo ritengo offensivo. Il tema centrale è mettere in sicurezza e dare contenuto a quel termine che si chiama sostenibilità».

BALLARE SUL TITANIC – «Oggi siamo nella fase delle emergenze per non aver saputo gestire le urgenze – ha proseguito – Quando porterò il piano strategico voglio nomi e cognomi di chi approva un piano di salvaguardia e chi invece parla di riforme ma non le vuole mettere in pratica. Se c’è voglia di continuare a ballare sul Titanic, io toglierò la musica, balleranno senza».

MANCATA CITTADINANZA A MAIGNAN – «Mi dispiace, un’altra occasione persa dal paese per dare un segnale diverso. Sulle valutazioni di carattere politico nel merito di decisioni tra maggioranza e opposizione non entro. Noi abbiamo subito espresso la nostra vicinanza e solidarietà a Mike Le nostre norme sono le più severe a livello internazionale, mi dispiace per la città di Udine e per il Friuli. Se c’è una società cosmopolita quella è l’Udinese».