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IL MEGLIO DEL 2023 – Fuorigioco, cambiare la regola è una buona idea?

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La FIFA vuole cambiare la regola del fuorigioco per favorire gli attaccanti e lo spettacolo, ma siamo sicuri che sia la soluzione migliore?

Come dice la saggezza popolare: non volete sapere come si fa la salsiccia. In una puntata delle più famose di South Park uno dei protagonisti scopre che le battute dei Griffin, serie animata rivale di quella creata da Parker e Stone, erano scritte da dei lamantini in maniera casuale. Guardando la salsiccia “calcio” temo che la scoperta non sarebbe tanto diversa quando parliamo di cambi del regolamento, come quello del fuorigioco.

Nella stanza dei bottoni della FIFA i lamantini a cui è delegato il compito di redigere le nuove regole del gioco hanno deciso di cambiare, per l’ennesima volta, il fuorigioco. Secondo il nuovo regolamento quindi per finire in offside l’attaccante dovrà essere per intero oltre la linea dei difensori e non più con solo una parte del corpo che può toccare il pallone. Al momento il nuovo fuorigioco sarà messo in prova in Svezia – nei campionati Under 21 maschile e Under 19 femminile – ma a quanto pare Olanda e Italia si sono detti disponibili ad implementare la regola nei loro campionati giovanili.

Da quando ha fatto la sua comparsa nel 1859 nelle Sheffield Rules, il primo regolamento calcistico della storia, il fuorigioco si è sempre evoluto: nella prima evoluzione dalle Sheffield Rules, che di fatto lo applicava in maniera rugbistica, si prevedeva che ci fossero perlomeno 4 giocatori avversari tra chi riceveva il pallone e la porta avversaria. Il numero di difensori passa da quattro a tre nel 1866 e infine nel 1926 si arrivò alla regola attuale, con solo due giocatori. Una decisione tra l’altro presa per favorire la spettacolarità del gioco ed aumentare il numero di reti.

Il fuorigioco ha sempre influenzato la tattica: con il definitivo cambiamento della regola nel 1926 inizia il declino della Piramide di Cambridge e arrivano il WM (ritirato fuori anche dal Manchester City di Guardiola) e il metodo – o WW – di Vittorio Pozzo. Dopo molti anni ci penserà poi il Milan di Sacchi, con la mano alzata di Baresi e la linea che sale, a rivoluzionare ancora la regola fino a togliere il fuorigioco passivo.

L’ultima variazione della regola più facile a vedersi che a spiegare – e che manda nel panico i non appassionati – è quella che negli ultimi anni ha annullato molti gol per situazioni millimetriche, per il fastidio di calciatori, allenatori e tifosi. La nuova regola quindi nasce con questa idea: aumentare i gol, recuperandoli da quelli annullati per una punta del piede offside e favorire lo spettacolo.

Siamo sicuri però che sia così? Che una regola che favorisca gli attaccanti sia la soluzione migliore per lo spettacolo in campo?

L’attuale regolamento è sicuramente fatto per favorire i difensori, ma l’evoluzione tattica che gli allenatori hanno trovato per sfruttare la regola ha permesso alle difese di salire e di poter difendere con maggiore sicurezza in avanti. Le squadre si sono alzate e accorciate, i difensori di maggiore qualità adesso sanno difendere in campo aperto, grazie al maggiore sviluppo fisico e tecnico e anche tattico e sfruttando proprio il fuorigioco millimetrico. Questo approccio più sfrontato e offensivo ha permesso ai grandi club di esprimere un gioco dominante, ma allo stesso tempo ha fatto in modo che anche i club più piccoli avessero dei mezzi per affrontare con maggiore spregiudicatezza le big.

Il nuovo fuorigioco è fatto per favorire quegli attaccanti che già ora sono bravi a giocare in profondità e che trasformerebbe il filo del fuorigioco in una mattonella intera. Quale soluzione dovrebbero attuare allora le difese? Difendere più basse e con maggiore prudenza, chiedendo a tutta la squadra di abbassarsi? Oppure aumentando la distanza tra i reparti, rendendo l’impostazione e le transizioni più complesse?

Siamo sicuri che aumenterebbe lo spettacolo? I lamantini ne sembrano convinti, ma noi una riserva la manteniamo.

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