2015

Stirpe: «Lotito? Non farei come lui»

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Il presidente del Frosinone tra salvezza, mercato e problemi del calcio italiano

Dodici anni fa Maurizio Stirpe ha rilevato il Frosinone con alcuni amici e dalla Serie C l’ha portato in A. Ora si gioca la salvezza e ha l’ambizione di potercela fare: «Interverremo là dove le cose non hanno funzionato. Sicuramente dovremo fare qualcosa e farlo velocemente. Ho chiesto al direttore Giannitti di concentrare le operazioni nei primi dieci-quindici giorni. Stellone? Lui ha visto finora la poesia del calcio, ha vinto con la Berretti, ha vissuto la promozione, è in una società che lo coccola e lui vince, bisogna vedere cosa farebbe con un management che non lo coccola. Rischio retrocessione? Sì, ma abbiamo tutte le qualità per competere e fare una grande impresa», ha dichiarato al Corriere dello Sport l’imprenditore 57enne.

LA LOTTA – Il patron del Frosinone ha presentato lo scontro diretto con il Palermo e approfondito il tema della corsa per la salvezza: «Vedendo il Bologna formato Donadoni penso che tra poco non la ritroveremo più là sotto. Sta costruendo qualcosa che difficilmente lo porterà a lottare per la salvezza. Vedo in lotta il Palermo, la Sampdoria, il Genoa, che sono in condizione di difficoltà, anche il Chievo. Pareggio? L’importante è invertire la tendenza in trasferta, perché c’è troppa differenza tra il nostro cammino in casa e quello fuori».

ARBITRI – Si parla poi di arbitri e di sudditanza psicologica nei confronti delle grandi: «Nel calcio succede quello che succede nella vita. Chi ha blasone ha anche più attenzione. E’ un atteggiamento che fa parte della società. Se guardiamo tutta la dinamica del rigore dato al Chievo a Frosinone, beh, credo che fosse capitato allo stesso Chievo o al Frosinone contro una grande, non l’avrebbero dato».

CALCIO ITALIANO – Stirpe ha parlato poi approfonditamente del calcio italiano e dei problemi che si porta dietro: «C’è molta strada da fare. E’ una cosa molto provinciale del nostro calcio questa inadeguatezza a rapportarsi con il mondo esterno. L’altro limite è l’uso tecnologico, che è ancora appannaggio dei grandi club ma che non riesce a sedimentare tra le società più piccole. Problema di infrastrutture? Lo si può affrontare seguendo la modalità di chi l’ha fatto. La Juve ha costruito uno stadio che è all’avanguardia d’Europa. Quando ti presenti allo Juventus Stadium, ti rendi conto che è un luogo costruito il calcio. La modalità deve essere sempre questa: un coinvolgimento delle società di calcio nella realizzazione e non con i soldi pubblici». Di sicuro, essendo proprietario di una squadra di calcio, non ha intenzione di avere un ruolo di direzione a livello istituzionale: «Non puoi avere una posizione troppo diffusa di conflitto di interesse. Devi avere una credibilità tale da rappresentare gli interessi di tutti. Lotito? Quanto meno è in una situazione borderline, quello che Claudio sta facendo io non lo farei. Devi essere in una situazione di credibilità per cui la gente si fidi di te. Se non si fanno riforme nel calcio è perché nessuno si fida degli altri».

SCUDETTO – Il presidente del Frosinone, ha parlato anche della corsa al titolo: «L’Inter, mi ha dato una sensazione di solidità e di continuità. Penso al Napoli che ha perso a Bologna… mi ha fatto una brutta impressione, mentre l’Inter vista al San Paolo mi ha colpito. E’ una squadra che sa quello che vuole».

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