2012
Francia, Deschamps: “Con l’Italia non è mai un’amichevole”
FRANCIA ITALIA DESCHAMPS – Didier Deschamps, intervistato dai colleghi della Gazzetta dello Sport per la rubrica settimanale Extra Time, ha parlato della sfida di domani tra Francia e Italia, in programma a Parma. Il commissario tecnico dei galletti ha rivissuto anche alcuni precedenti del passato, e più in generale ha commentato il momento del calcio italiano e della Nazionale azzurra, reduce dalla finale agli Europei: “Con l’Italia si va oltre l’amichevole: voglio che i miei si confrontino con i migliori. La sfida ai miei tempi era il massimo. Prima della mia generazione si dava per scontato che vinceste voi. Però noi che giocavamo nel vostro campionato ci tenevamo a non fare brutta figura, per non farci prendere in giro. E andammo oltre vincendo Mondiale ed Europeo. Ricordo i vostri titoli che dicevano che la Serie A aveva creato dei mostri: noi appunto. L’Italia mi ha dato tanto, ho vissuto momenti molto piacevoli. L’Italia fa parte della mia vita. Pogba? Andiamo con calma. È giovane, ha certamente qualità, un potenziale molto interessante. Lo seguo. Ma deve giocare di più. Poi è ovvio che alla Juve è in concorrenza con giocatori molto forti. Con Conte non ho ancora parlato, ma fare 25 partite alla Juve conta di più che giocarne 40 in una squadra inferiore. Pogba rappresenta il futuro della Francia, come Varane al Real Madrid. L’esclusione di Mexes? Il problema è che nonostante l’età e l’esperienza non è titolare al Milan. Anche se ha avuto difficoltà all’Europeo, è sempre tra i preconvocati. Conosco le sue qualità, potrebbe tornare. Il leader della nuova Francia? Ho solo tre titolari in grandi squadre: Evra nel Manchester United, Ribery al Bayern Monaco e Benzema nel Real Madrid. Sono leader tecnici. Il carisma è un’altra cosa e la mia Francia manca d’esperienza internazionale. L’Italia? C’è tanta qualità tecnica e tattica, come sempre. Vedo molti giocatori che ho lanciato alla Juve, come Marchisio, Giovinco, Chiellini, Balzaretti, ragazzi tosti. Anche se a Marsiglia dicevano il contrario, lavoro bene con i giovani. Non conta l’età. Se sei forte a 20 anni, devi giocare. Balotelli? Tempo fa ci siamo visti per caso in un ristorante qui a Parigi. È un grande talento e un gran personaggio. Può fare la differenza, cambiare la partita, e a volte crearti difficoltà. L’allenatore deve tener conto anche degli equilibri di spogliatoio. Non lo conosco e non lo giudico. Alcuni hanno una reputazione mediatica negativa e invece poi sono bravi ragazzi. Come si batte l’Italia? Prandelli ha cambiato la filosofia italiana. Non c’è più quel difensivismo esasperato, magari col gol in contropiede. Rimane però la cultura tattica in una squadra che sta ringiovanendo. Vedremo. In ogni caso io mi tengo la difesa a quattro. Il resto è relativo. Oggi è molto difficile giocare con due punte centrali perché fai sempre i conti con 4 o 5 centrocampisti avversari, magari davanti a difese a tre, come va di moda anche in Italia.“