FOTOSTORY: Milan, i 10 migliori acquisti di Galliani - Calcio News 24
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2013

FOTOSTORY: Milan, i 10 migliori acquisti di Galliani

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Dal 1987 ad oggi il signor Adriano se l’è spassata in lungo e in largo: ecco un breve riassunto

MILAN GALLIANI TOP TEN – Galliani s’è dimesso, anzi no, anzi sì… anzi no! No, “Zio Fester” non s’è dimesso, è ancora vivo e lotta insieme a noi, ma per quanto tempo ancora? Non lo sappiamo mica questo. Probabilmente fino a quando una nuova generazione di “pischelli” agguerriti prenderà il suo posto, magari proprio l’anno prossimo, quando la bella Barbara chiederà a papà Silvio le chiavi della macchina nuova.

VACANZE DI NATALE – Eppure c’è stato un tempo, altre epoche, altre ere geologiche, altri giri, altri luoghi, in cui il bell’Adriano spadroneggiava sul mercato come un leone (un po’ spelacchiato, che ci volete fare) nella savana. Non parliamo nemmeno di troppo tempo fa: i Duran Duran non dominavano quasi più il mondo, i paninari in Milano cominciavano ad estinguersi piano piano insieme al “Drive In”, Lory Del Santo si accorgeva delle prime imperfezioni sottocutanee, Gerry Calà si rendeva conto che gli anni ’80 stavano per finire. Anzi no, che dico? Quello no.  

1987, ODISSEA NELLO SPIAZZO – In quegli anni Silvio Berlusconi comprava il Milan ed il suo fedelissimo Galliani cominciava una nuova era: quella delle vittorie rossonere, dei colpi di mercato facili facili come bere un Fernet Branca dopo cena. Questa la top ten in pieno stile Claudio Cecchetto dei suoi acquisti migliori. 

10^ MANUEL RUI COSTA Arriva a Milano nell’estate del 2001, il mondo di lì a poco avrebbe conosciuto meglio Osama Bin Laden e la sua cricca di pazzoidi. La Fiorentina lo vende per una cifra modesta: 85 miliardi di lire. All’epoca la crisi non c’era, ma Cecchi Gori cominciava già a sentirla. Resta cinque stagioni, non proprio le sue migliori, ma vince Scudetto, Coppa Italia, Supercoppa Italiana, Champions League e Supercoppa Europea. Se ne torna al Benfica bello sazio. Rui poco, Costa tanto. 

Rui Costa arriva al Milan: ve ne do atto, qui non sembrava moto furbo.

9^ ZLATAN IBRAHIMOVIC Questa è per fare contenti i ragazzotti figli degli 2000 che gli altri non se li ricordano mica. Lo svedesotto torna in Milano dopo un anno di Barcellona. Galliani fa un capolovoro: lo prende in prestito con diritto di riscatto a 24 milioni di euro, quando l’anno prima il presidente dei catalani Laporta per averlo per poco non dava via pure sua moglie. Resta solo due stagioni, ma vince uno Scudetto da solo e una Supercoppa Italiana e, soprattutto, segna 56 gol. Alla fine si affeziona così tanto ad Adrianone nostro, che non se ne vuole più andare via. Garantito IKEA.

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Per due così, potrei anche rivedere le mie convinzioni sull’eterossesualità.

8^ GEORGE WEAH Questa è solo per chi sa. Arriva al Milan nel 1995 dal Paris Saint-Germain per 11 miliardi di lire. In Italia fanno battutine sulle dimensioni del suo serpentello da compagnia, ma appena lo vedono giocare stanno subito zitti. Straripante, rimane negli occhi quel gol al Verona in cui fa tutto lui, si prende un caffè e fa gol. Altri se lo ricordano per la pubblicità di un deodorante in cui parla come Idris dopo un paio di spritz. Vince due Scudetti in quattro stagioni. “Ciuccio bene”

Dal minuto 2 e 30 circa Weah saluta belli e brutti, quindi non prendetevela a male.

7^ RUUD GULLIT E’ uno dei primi acquisti del geometra, estate 1987. Arriva per 13,5 miliardi di lire, non pochi. Tutti si aspettano da lui grandi cose e, indovinate un po’, le fa. In sei stagioni con Van Basten vince tutto, ma proprio tutto: tre Scudetti, tre Supercoppa Italiane, due Coppe dei Campioni, due Supercoppe Europee, due Coppe Intercontinentali e pure un Pallone d’Oro, appena arrivato. Torna poi nel 1994, ma è una breve parentesi. Certi amori non finiscono, ma forse è meglio di sì.

Dalle treccine di Gullit hanno estratto un olio che cura la diarrea: sapevatelo. 

6^ ANDREA PIRLO Qui fa male a qualcuno: ahia! Andreino da Brescia arriva nel 2001 dai cugini bricconcelli (valutato 35 miliardi, Galliani dà in cambio Brnicic, che ora ha un autolavaggio a Rozzano) e ci resta dieci anni: quello che succede nel mezzo è storia. Non storia del calcio, storia e basta: roba da far studiare anche a voi bambini asinelli che ci leggete. Ancelotti dopo un annetto se lo inventa playmaker davanti alla difesa, lui che giocava trequartista: qualcuno si fa una grassa risata, ma ci rimane secco. Vince una Coppa Italia, due Scudetti, una Supercoppa Italiana, due Champions League, due Supercoppe Europee ed una Coppa del Mondo per Club. Ai tempi non aveva ancora la barbetta: dammi una lametta che mi taglio la barba.

Qui Andrea era ancora uno sbarbatello. 

5^ ALESSANDRO NESTA Sandrino a Milano se lo ricordano ancora e piangono, piangono a dismisura perchè come dice il nostro collega Lotti il male di vivere hanno incontrato quando hanno visto Zapata là in mezzo, in difesa, dove prima c’era il bel Nesta. Arriva dalla Lazio a fine mercato del 2002, un colpaccio alla Galliani, e col tempo si rivela il difensore più tecnico dalla riunificazione d’Italia a oggi. Vince: uno Scudetto, due Supercoppa Italiane, una Coppa Italia, due Champions League, due Supercoppa Europee ed una Coppa del Mondo per Club. Vedi Nesta e poi piangi. 

Se sei una teenager degli anni 2000, non potevi non avere in camera il poster di questi due.

4^ ANDRIY SHEVCHENKO Il Milan lo compra nel 1999 per 25 milioni di dollari (allora c’erano ancora i dollari, non fate i saputelli, poi è arrivato l’euro al loro posto). Buffonate a parte, oltre a vincere il Pallone d’Oro, fa godere i rossoneri come Gerry Scotti ad una fiera del riso. Torna nel 2008, dopo essere andato via nel 2006, ma è un po’ la copia sbiadito di quel biondo ucraino che segnò il rigore decisivo a Manchester contro la Juventus facendo male al povero Gigi Buffon più di quella volta che Alena fece il calendario tutta ignuda. Si porta a casa tutto il jackpot: una Coppa Italia, uno Scudetto, una Supercoppa Italiana, una Champions League, una Supercoppa Europea. Un po’ di tutto insomma. P. S. Ora suo figlio sa l’inglese. 

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Qui Galliani si poteva fare un riporto dalle sopracciglia. 

3^ FILIPPO INZAGHI Stante attenti bimbi, questo è il figlioccio di Galliani. Se lo prende nel 2001 dalla Juventus (che pensava di aver fatto l’affarone) per 70 miliardi di lire, ovvero 40 più Damiano Zenoni (sì sì, avete letto bene, non siete fatti). Tra le altre cose, così, a tempo perso, fino al 2012 segna 126 gol in 300 partite. Segna ovunque lui, in campionato, in finale di Champions, a casa con la fidanzata, alle cene eleganti con Bobo Vieri. Sempre. Vince due Scudetti, due Supercoppe Italiane, una Coppa Italia, due Champions League, due Supercoppe Europee ed una Coppa del Mondo per Club. Ma Pippo Pippo non lo sa, che quando passa diventano tutti ultras.

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Questa foto è presa da un sito di gossip: fatti due domande e chiediti il perchè.

2^ MARCO VAN BASTEN Qui finisce il calcio ed inizia la poesia, ragazzi miei. Arriva anche lui nel 1987, a inizio gestione Berlusconi e ci resta fino al 1995 (anche se in realtà l’ultima partita la gioca nel 1993), anno in cui si ritira precocemente dal calcio e manda in lutto l’intero mondo del pallone. I suoi gol portano i tifosi rossoneri molto vicini al Nirvana (non il gruppo musicale, fate poco gli spiritoselli con Van Basten). Segna 125 gol in 201 partite e vince quattro Scudetti, quattro Supercoppa Italiane, tre Coppe Campioni, tre Supercoppa Europee, due Coppe Intercontinentali. Mamma, ma che storia è? Ar-Cigno di Utrecht. Non lo fermavi nemmeno con la nuova IMU

Leggenda narra che Galliani abbia avuto i capelli per un breve periodo della sua vita.

1^ RICARDO KAKA’ Non parliamo di calcio, parliamo di amore. Quello tra Galliani ed il campione brasiliano. Un amore molto etero, sia chiaro, ma pur sempre amore. Kakà arriva nel 2003 per 8,5 milioni di euro dal San Paolo e quando Adriano lo vende piange più di quella volta che Berlusconi non gl’ha fatto gli auguri per il compleanno. E’ tornato quest’anno e vi dirò, non pare manco tanto scarsetto questo giovincello. Si porta in bacheca uno Scudetto, una Supercoppa Italiana, due Supercoppa Europee, una Champions League, una Coppa del Mondo per Club e mettiamoci pure un Pallone d’Oro. Ma Kakà non lo sa, ma Kakà non lo sa, che Galliani è il suo nuovo papà. 

Kakà cantava con i Neri per Caso: questa foto lo dimostra. 

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