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2014

FOCUS FPF – Uefa indaghi su fatturato Psg, chi rischia in Italia

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La sfida dei fatturati: come si mantengono le macchine Real e Barca, per la Roma stagione della svolta

FAIR PLAY FINANZIARIO SERIE A CALCIO ESTERO – Dietro i paroloni del caso si nasconde una regola più semplice di quel che sembra: si può spendere ciò che si incassa. I club europei devono attenersi a questa regola – fino al 2018 l’eccedenza sul pareggio di bilancio potrà attestarsi a 45 milioni di euro e non oltre –  per non incorrere nelle sentenze dell’Uefa, che vanno dalla restrizione dell’organico per le competizioni europee al blocco di una sessione di mercato fino a pesanti sanzioni pecuniarie o in estremo all’esclusione dalle coppe internazionali.

LA PARTITA SI GIOCA SUI FATTURATI – Se i costi dei top club sono piuttosto simili è il livello dei fatturati a fare la differenza e dunque a far registrare attivi o passivi di bilancio. Secondo Sportmediaset.it, su elaborazioni di dati esplicati sul blog “Appunti di Luca Marotta”, i costi totali della produzione (comprensivi degli ammortamenti) dei top club che andiamo ad analizzare sono i seguenti: Real Madrid 465, Barcellona 463, Manchester City 444 e Paris Saint Germain 364 (dato stimato dal momento che il club francese non deposita il suo bilancio). Il Real Madrid copre l’enormità dei suoi costi con un fatturato (dati Deloitte) da 519 milioni di euro nonostante un’ultima stagione priva di trofei, il Barcellona con 482 milioni di introiti, il Manchester City si ferma a 316 ed è dunque a pesante rischio sanzione mentre il Paris Saint Germain, con un fatturato stimato di 399 milioni di euro andrebbe a coprire i suoi costi ed eluderebbe il vincolo imposto dal fair play finanziario.

DOV’E’ IL TRUCCO? – Se valutiamo il trend dei fatturati emerge come quelli di Real Madrid, Barcellona e Manchester City siano decisamente in linea con quelli dell’immediato passato: in casa Psg invece, dal 2012 al 2013, si salta da un fatturato di 225 milioni di euro a quello super di 399. Sotto inchiesta dell’Uefa finiranno inevitabilmente le sponsorizzazioni da parte di imprese collegate o comunque che possono far immediatamente risalire al proprietario del club. Il gioco è fatto: se aumento a dismisura le spese del club per poi ripianare il debito con quella che è di fatto una mera immissione di capitale la norma è immediatamente elusa. E non evasa. Dunque l’Uefa deve scegliere se farsi prendere in giro o meno: il tranello delle mega sponsorizzazioni è leggibile, i club al contrario dovrebbero essere chiamati a dotarsi di una complessiva struttura di ricavi in grado di sostenere la macchina senza inganno. E dunque far procedere di pari passo andamento degli introiti per meriti sportivi, diritti tv, partecipazione alle coppe, stadio e settore commerciale e andamento dei costi.

LA SITUAZIONE ITALIANA – Ad oggi sono Inter e Roma al vaglio: i nerazzurri secondo Mediaset hanno una struttura di costi pari a 270 milioni ma i fatturati – sempre osservando lo studio Deloitte –  si fermano a 169. Riduzione delle spese o aumento dei ricavi previo una gestione decisamente più efficace e visionaria, una delle due strade che Thohir ha a disposizione per risanare l’Inter e consentirle di camminare sulle sue gambe. La Roma incassa 124 milioni e ne spende 161: pesano chiaramente le due ultime stagioni frustranti sotto l’aspetto sportivo che hanno causato l’assenza dalle coppe (ragion per cui, in ottica positiva, l’ultimo biennio non sarà sanzionato) e dunque l’inevitabile calo di introiti ma la strada verso il risanamento è già avviata. Le campagne acquisti sotto la gestione Luis Enrique e Zeman si sono rivelate (essenzialmente la prima) costose ed in buona parte infruttifere: l’estate 2013 ha permesso di incassare valanghe di milioni dalle cessioni di Marquinhos, Lamela ed Osvaldo e sono arrivati calciatori meno costosi (enorme attivo in campagna acquisti) e decisamente redditizi in termini sportivi. La Roma vola, con ogni probabilità parteciperà alla prossima Champions League e – avendo aumentato il fatturato sia dagli introiti del mercato che da quelli inerenti a risultati sportivi, coppe e diritti tv – è decisamente sulla retta via.

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