2020

Florenzi: «La Roma viene prima di tutto. Fonseca? È sempre stato chiaro con me»

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Alessandro Florenzi ha parlato ai microfoni di Sky Sport commentando il rapporto con Fonseca e l’amicizia con Zaniolo

Alessandro Florenzi ha parlato durante l’ultima puntata di “Casa Sky Sport”. Tanti i temi toccati dall’ex capitano della Roma: dal rapporto con Fonseca all’amicizia con Zaniolo.

CAPITANO«Come è stato detto prima, cosa significa portare la fascia di capitano, cosa è stato. È stato un grande orgoglio, sono arrivato dopo due fasce che hanno fatto la storia della Roma, Francesco e Daniele. Nessuno, ve lo posso garantire, sarà mai come loro. Da qui forse fino alla fine della Roma. Detto questo, da loro ho imparato una grande cosa. Che la Roma viene prima di tutto. Ho cercato di fare semplicemente questo: ho messo la Roma davanti a me. Ho continuato ad allenarmi a duemila all’ora, senza dire una parola, cercando di rispettare i ruoli, che per me è fondamentale. Bisogna rispettare i ruoli e le persone, il loro lavoro».

FONSECA – «Il mister è stato molto chiaro. Devo dire una cosa, secondo me Fonseca è uno dei più grandi allenatori che ho avuto, calcisticamente parlando. Il problema è che non piaccio a lui in quel determinato ruolo. Lui si aspettava altro da me e da qualsiasi altro. Ho un grande rapporto con lui, mi ha detto che non sapeva quanto spazio avrei avuto».

ZANIOLO – «Lui è un ragazzo speciale. Appena è arrivato era tranquillissimo, e lo è tutt’ora. Piano piano ha tirato fuori le sue qualità umane, oltre che calcistiche. L’ho sempre preso sotto la mia ala protettiva, non gli ho mai parlato quando giocava bene. Gli ho sempre parlato e cercato di dire la mia quando le cose non giocavano bene, o quando non si allenava al massimo o aveva una partita storta. O quando si faceva girare le scatole perché una volta non giocava. Quello che ho passato io non è stato facile. Quando ho visto lui che è diventato un mio amico dentro e fuori dal campo, quando ho sentito quel movimento, la faccia, faccio fatica a parlarne. Ho sentito di fare quello che un amico farebbe per lui e che altri hanno fatto per me. Non mi sono mai sentito inappropriato o fuori luogo ad andare in ospedale o a casa sua. Mi scrive, mi chiama, ci sentiamo come abbiamo fatto fino ad ora. Gli voglio tanto bene, è stato lui a boicottare tutto quanto per l’europeo e a far venire il coronavirus».

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