Florenzi – Roma, perdita come Pogba per la Juve - Calcio News 24
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2016

Florenzi – Roma, perdita come Pogba per la Juve

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Rottura del legamento crociato anteriore: la diagnosi non lascia scampo a Florenzi, quanto perde la Roma

Poteva e doveva essere una serata di pura gioia, di solo gioia: Roma capace di imporsi in rimonta sul temibile campo del Sassuolo e sempre più credibile forza di altissima classifica. Con uno scenario alquanto goloso alle porte: lo scontro diretto tra Juventus e Napoli, con la possibilità di prendere punti ad almeno una delle due dirette concorrenti per i sogni di gloria.

ED INVECE – Sul più bello la notizia che gela gli umori della Roma e del popolo di fede giallorossa: Alessandro Florenzi si rompe il legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro e saluta la squadra per almeno quattro mesi, il tempo di recupero standard che si deve ad infortuni del genere. Con l’inevitabile punto interrogativo che si portano dietro in termini di percorso riabilitativo ed immediata – quanto piena – disponibilità a determinati livelli competitivi. Il giocatore peraltro se ne è accorto sin dal primissimo momento: movimento rotatorio complesso, Florenzi ha subito annunciato al suo allenatore Luciano Spalletti della grave entità dell’accaduto. In prima battuta smentito dal medico sociale della Roma, salvo poi accertarsene in nottata con ulteriori approfondimenti.

IL PESO DELLA PERDITA – Di enorme portata. Ma non tanto – o meglio non in primo ordine – per la sua polivalenza nei ruoli: è vero, può agire da mezzala a centrocampo come sotto la gestione Zeman, da esterno offensivo come ai tempi del primo Garcia, da terzino, anche se in questa situazione di gioco il parere di chi vi scrive è totalmente opposto. Questione di attitudine mentale: è un calciatore naturalmente incline ad offendere. Ad ogni modo può fare tanto, quasi tutto, rispettando in pieno il protocollo del giocatore moderno: completo tatticamente e di sicuro valore tecnico e nella padronanza dei fondamentali. La perdita diventa gravissima però per l’intensità con cui esegue il tutto: un calciatore back to back come ne esistono pochi altri. Spieghiamoci: Alessandro Florenzi, ovunque schierato, è in grado di portare il pallone dalla sua metà campo a quella avversaria in tempi rapidissimi. Perché corre e lo fa con il pallone attaccato al piede, perché seppur se non di imponente statura vanta ottima protezione del pallone, perché sa anche puntare l’uomo quando l’avversario prova a mettersi sulla sua strada.

INSOSTITUIBILE – La Roma cala di ritmo, inutile girarci intorno. Perde in tal senso un fattore cruciale nella somma delle sue intensità: una caratteristica che nel calcio moderno conta sempre più, in peso esponenziale, un valore in grado di scrivere la reale differenza tra chi lo possiede o meno. Florenzi in tal senso risulta alle volte addirittura un eccesso: dà tutto, salvo arrivare con il fiato corto negli ultimi minuti di gara ed essere costretto alla sostituzione. Con la maturazione ha imparato a gestirsi anche sotto questo aspetto, dosando le forze ma senza rinunciare ad alcunché in termini di propensione e ritmo di gioco. Per la Roma è impossibile trovare un sostituto come per la Juventus lo è stato nel post-Pogba: fu possibile dopo l’addio di Vidal, altro massimo esponente della categoria, proprio perché in rosa c’era il francese. Ma l’addio di Pogba ha tolto dinamismo alla Juventus: ora c’è Pjanic, calciatore di indiscutibile valore intendiamoci, ma la Vecchia Signora è inevitabilmente più lenta. Così come lo sarà Roma fino al ritorno di un calciatore che, oltre a tutto quanto asserito, vive – anche più di Vidal e Pogba – un senso di appartenenza che lo rende davvero unico.

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