2014

Fiuuu e difesa a 4: Allegri si è preso la Juve

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Prima intelligente, poi la svolta. Ed ora non deve più scegliere tra Pirlo, Pogba, Marchisio e Vidal

SERIE A JUVENTUS ALLEGRI – Lo hanno crocifisso già prima che iniziasse: non all’altezza di chi aveva riportato la Vecchia Signora sul gradino più alto del podio, di un Conte dal sangue bianconero ed insostituibile nelle menti di chi ragiona a prescindere. Tralasciando un particolare: a mollare è stato proprio l’attuale commissario tecnico della nazionale italiana. Ed Allegri, di questo, non aveva alcuna colpa.

UN AVVIO INTELLIGENTE – Massimiliano Allegri si è presentato in casa bianconera, come doveroso fare in un club reduce da tre scudetti consecutivi, in punta di piedi: non ha stravolto nulla perché nulla era da stravolgere proseguendo sull’eccellente percorso intrapreso dall’ex Conte. Tradotto: difesa a tre e meccanismi complessivi – sia in fase di possesso che non – di fatto inalterati. Difetto di personalità? Tutt’altro. O meglio, soltanto dalle nostre parti è vissuto in questo modo. Per ricorrere ad un esempio, la Germania di Loew – composta da una maggioranza di calciatori appartenenti al Bayern Monaco – ha carpito i principi base del guardiolismo e si è esibita in una veste decisamente mostruosa in terra brasiliana: nessuno ha tacciato il selezionatore tedesco di copiare o soffrire di scarsa identità. I risultati poi hanno dato ragione ad Allegri: proposta calcistica subito brillante – vedi le prime due gare di campionato a Verona e contro l’Udinese – e cammino record fatto di otto vittorie ed un pareggio in dieci gare disputate.

LA MANO DI ALLEGRI – Juventus che dunque viaggia alla media di 2.5 punti a gara e proseguendo a questo ritmo centrerebbe la quota finale di 95: poco male vero? Non andrà cosi probabilmente perché, almeno a livello di impressioni iniziali, potrebbe risultare un torneo complessivamente più equilibrato rispetto ai recenti standard. Ma la Juve vola: nel fortino del suo nuovo stadio vince sempre e conferma l’impressionante tendenza dello scorso campionato, in trasferta ha fatto riscontrare un leggero calo in concomitanza delle trasferte di Sassuolo e Genova ma nella sua unica sconfitta non avrebbe meritato tale esito. Un lieve tentennamento che però – sommato a qualche assenza di troppo nel pacchetto offensivo – ha dato il là ad Allegri: cambiamento. E a dirla tutta il tecnico toscano sembrava non aspettasse altro: spazio alla difesa a quattro – modulo che garantisce un dinamismo più in linea con le migliori espressioni calcistiche internazionali – ed ulteriori possibilità di sviluppo offensive. Si discute della possibilità di un tridente pesante con Tevez in supporto di Morata (deve giocare!) e Llorente ma la prima vera grande opportunità arriva da un fattore: difesa a quattro vuol dire anche rombo di centrocampo e rombo vuol dire quattro uomini. Cosa significa tutto ciò? Allegri non sarà più costretto a scegliere tra i suoi top player della mediana e potrà mandare contemporaneamente in campo Pirlo, Pogba, Marchisio e Vidal. Magari traslocando proprio il cileno nel ruolo di trequartista.

IL TWEET DELLA SVOLTA – “L’abbiamo vinta tutti assieme, soffrendo come gruppo con i nostri fans. Ora dipende tutto da noi, possiamo puntare al primo posto. #fiuuu”. Così il tecnico bianconero ha salutato la fondamentale vittoria ottenuta in Champions League – ed in rimonta – contro i greci dell’Olympiacos: un tweet che ha acceso la passione dei tifosi juventini e con ogni probabilità acceso la fiammella tra le parti. Lo stesso Allegri si è definito decisamente sorpreso da tanta passione ed attenzioni ricevute: un modello di comunicazione nuovo e differente rispetto a quello più focoso dell’ex Conte? Probabile. Ma pare funzionare. Quel  che conta ancor di più è proprio questa vittoria: ancor più redditizia se Vidal avesse realizzato il rigore concesso nell’overtime ma poco importa, la Juventus ha ora nelle sue mani il proprio destino europeo. Ed Allegri lo sa bene: è proprio sul terreno internazionale che può superare il rimpianto Antonio. Nei fatti e nei cuori dei tifosi.

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