2016

Sousa: «Cene? Non devo giustificarmi»

Pubblicato

su

«Ho un contratto, non devo parlare di altro riguardo il mio futuro»

La cena “indigesta” di Paulo Sousa: è questo l’argomento che tiene banco a Firenze. L’allenatore della Fiorentina, però, lo dribbla in conferenza stampa: «Non devo giustificare le mie cene: anche questa settimana ci sono andato con persone molto interessanti. Conosco le dinamiche del calcio, ma io ho un contratto e non devo parlare di altro riguardo il mio futuro. Il presidente vorrebbe proseguire il progetto. Non ci dobbiamo distrarre, ci sono ancora sette partite da giocare e dobbiamo restare concentrati. L’allenatore non deve solo allenare, ma aiutare la società a crescere sotto ogni aspetto. C’è bisogno di tutti. Sono sempre stato chiaro con la società e continuerò ad esserlo. Non esiste futuro senza presente. La proprietà non mi ha chiesto spiegazioni, perché non c’è nulla da chiarire».

DERBY TOSCANO – Il tecnico portoghese presenta poi la sfida contro l’Empoli: «All’andata si sono affrontate due squadre con allenatori che vogliono far giocare bene le proprie squadre. Meritavamo di vincere: i nostri avversari ci hanno battuto solo nelle transizioni offensive, in tutto il resto abbiamo fatto meglio. I nostri avversari hanno qualità, vogliono giocare bene a calcio. Io ho la mia filosofia, c’è una base, ma la parte mentale è quella che conta di più. I ragazzi sono bravi, lavorano bene, parlo molto con loro. Loro hanno avuto delle defezioni per cui è calata la qualità del loro gioco. Non vincono da tanto, ma stanno tornando su alti livelli e vogliono fare punti».

CRESCITA COSTANTE – Infine, si parla di obiettivi e della necessità di togliere complessità alla manovra viola: «Dobbiamo restare concentrati sul nostro lavoro per cercare di arrivare al massimo livello. Se alcuni giocatori non sono in forma, è un problema per noi. L’obiettivo iniziale era migliorarsi continuamente per aprire mentalmente i calciatori e far capire loro dove possono arrivare. Tello? E’ un giocatore di profondità, che sa leggere il gioco negli spazi stretti e ti dà il tempo nei passaggi. Vogliamo avere più variabili, ma dobbiamo cercare di giocare in modo semplice».

Exit mobile version