2016
Badelj: «De Rossi? Non è più a certi livelli»
Il centrocampista della Fiorentina sul suo futuro: «Qui sto bene»
La Fiorentina è diversa dalle altre squadre per Milan Badelj, perché è romantica, figlia della città e perché gioca per vincere e divertire: «Siamo speciali, una piccola opera d’arte in mezzo a monumenti che tutto il mondo ama», ha dichiarato il centrocampista viola ai microfoni de La Gazzetta dello Sport. Badelj ha parlato poi del suo futuro: «Ho un contratto fino al 2018 e della Fiorentina mi piace tutto. L’allenatore, i giocatori, lo staff, i tifosi. Non vedo un’altra squadra nel mio futuro. Detto questo, mi auguro che scoppi la pace tra il mio procuratore e la Fiorentina. Ma è un problema che io vivo da spettatore».
TRAGUARDO CONCRETO – All’orizzonte c’è il big match con la Roma, che vale un posto in Champions League: «La Fiorentina può centrare questo traguardo che sarebbe fantastico vista la forza delle nostre rivali. Roma, Napoli e Inter hanno grande potenza economica, ma sul campo non sono lontane. Il terzo posto è un traguardo concreto, non è un sogno. Sarà dura, perché la squadra giallorossa dopo il cambio di allenatore ha infilato una striscia di vittorie. Ora hanno il morale alle stelle», ha spiegato Badelj, che poi ha commentato il caso Totti: «Da fuori è impossibile giudicare. Smettere di giocare a calcio è difficile. Per i campioni e per i giocatori normali. Il nostro non è un lavoro, è un grande divertimento. Una passione unica. Solo Totti può decidere quando dire basta».
VALUTAZIONI – Il centrocampista della Fiorentina ha svelato che il suo idolo è Zinedine Zidane, ma di ammirare anche Luka Modric, Xabi Alonso e Andrea Pirlo: «E’ stato un numero uno nel mondo». Daniele De Rossi, invece, è uscito dai suoi radar: «Mi piaceva, ma due-tre anni fa. Oggi il centrocampista della Roma non è più a certi livelli. Il tempo passa per tutti. In serie A oggi i più forti sono i miei compagni di squadra Borja Valero e Vecino. E’ facile giocare insieme a loro», ha spiegato Badelj, che poi ha parlato del rapporto con Paulo Sousa: «Intanto avrei voluto vederlo in azione da calciatore. Era uno tosto, vero? Si capisce anche ora che ha cambiato abito. Il Sousa allenatore mi piace moltissimo. Ha idee. E ha grande forza dentro lo spogliatoio. Noi lo seguiamo a occhi chiusi. Se ci chiedesse di andare a sbattere contro il muro lo seguiremmo senza porre domande. Tutti». Un altro simbolo viola è Kalinic: «Lo conosco fin da quando avevamo quattordici anni. Nell’Hajduk era un fenomeno. Poi ha sofferto nel calcio inglese. Si sentiva solo. Ora ha finalmente riconquistato la vetrina che merita. Kalinic è un bomber micidiale, un attaccante moderno e nella Fiorentina ha trovato la casa perfetta».
LA NAZIONALE – Infine, sulla forza della Fiorentina e gli Europei: «Siamo una squadra vera. Croazia? Ha tante individualità ma se vuole andare avanti deve diventare una squadra. Come lo è la Fiorentina. E attenti all’Italia. Può vincere il titolo. Gli azzurri di Conte stanno crescendo di partita in partita. L’ho toccato con mano durante il girone quando ci siamo affrontati due volte».