2014

Fiorentina, Rossi: «Penso positivo e al presente. Il Mondiale…»

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SERIE A FIORENTINA ROSSI – Intervistato dai microfoni del ‘New York Times’, Giuseppe Rossi, attaccante della Fiorentina e della Nazionale italiana, ha parlato di diversi temi, a partire dal suo legame indissolubile con l’America: «Ogni estate, al termine della stagione, torno negli States. Anche a Natale per qualche giorno, ho i genitori lì e mi piace molto trascorrere il mio tempo con loro».

ASPETTI POSITIVI – «Mi piace molto, a dir la verità, il fatto di poter vivere la mia vita in modo sereno, di essere me stesso. A New York, infatti, nessuno mi riconosce, a differenza di quanto accade in Europa, dove sei seguito ovunque: se cammini in città o vai in un ristorante, c’è sempre qualcuno che ti segue. Qua mi sento più libero».

DIFFERENZE – «Differenze tra i campionati europei? Il calcio inglese è molto eccitante perché si gioca su ritmi elevatissimi. In Spagna si privilegia invece la tecnica, e quindi è carino da vedere, mentre l’Italia è il dominio della tattica. Gli allenatori studiano l’avversaro e preparano le partite in base alle sue carattestiche. Si vince di squadra, non con il singolo».

MEGLIO? – «E’ difficile stabilire quale sia il migliore. La tattica ha la sua importanza, è necessario trovare un equilibrio tra attacco e difesa. Certo, poi è normale che serva avere un po’ di tutte queste caratteristiche, ma dire che la tattica non è per nulla superata nè poco importante».

SACRIFICI – «Ho lasciato l’America a 12 anni perché il mio unico pensiero e desiderio era quello di giocare in Italia insieme ai giocatori più forti. Non è stato semplice, ma per arrivare a certi livelli è necessario fare dei grandi sacrifici».

PASSATO – «Altidore? Al Villareal eravamo molto amici, poi sono passati diversi anni e ci siamo persi per strada. E’ difficile giudicarlo quando non lo senti quotidianamente da tanto tempo, ma quando ha fatto bene in Olanda sono stato orgloglioso di lui. Adesso è approdato in Inghilterra e ha una grossa chance per fare bene, il Sunderland è un’opportunità che deve sfruttare».

SOFFERENZA – Pepito ha poi parlato dell’infortunio rimediato dopo uno scontro con Rinaudo: «Non è stato semplice superare quel momento, anche perché negli attimi successivi all’infortunio sei preso dallo sconforto. Il segreto, però, è pensare sempre positivo: solo così si può mettere alle spalle il pensiero dell’infortunio. Crearsi dubbi nella testa è inutile. Data del rientro? Mi piacerebbe saperlo, ma non è realmente possibile. C’è tanto da lavorare e voglio dare il massimo per rientrare il prima possibile».

MONDIALE – «Non penso al Mondiale, nonostante conosca l’importanza della competizione, perché non ha senso guardare al medio-lungo periodo. Conta il presente: solo facendo bene adesso posso avere speranza di andare in Brasile. La fascia di capitano dell’Italia? Significa rappresentare 50-60 milioni di persone ed è una sensazione bellissima che tutti vorrebbero provare in carriera».

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