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2015

Montella ridimensionato dal finale di stagione

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Epilogo choc per la stagione della Fiorentina: ad un passo da due finali, sei schiaffoni da Juventus e Siviglia che hanno vanificato tutto

Nell’immediato post RomaFiorentina di Europa League, quando i toscani furono capaci di imporsi all’Olimpico con un sonoro 0-3 sulle macerie di una Roma imbarazzante e dopo aver eliminato dalla competizione quel Tottenham dato tra le favorite assolute, l’orgoglio della famiglia Della Valle e di tutta la dirigenza era ai massimi storici. Accompagnato da quella sensazione di poter fare grandi cose in un finale di stagione tutto da vivere.

PRIMA DEL CROLLO – Il cammino internazionale non si è fermato a quella doppia e se vogliamo sorprendente eliminazione pagata da Tottenham prima e Roma poi: ai quarti di finale d’Europa League ci si è con merito sbarazzati della Dinamo Kiev per poi accedere dunque alle semifinali della competizione. Stagione di coppe, considerando anche il percorso intrapreso in Coppa Italia: dopo aver eliminato ancora la Roma, Fiorentina unica squadra della stagione 2014-15 capace di espugnare lo Juventus Stadium – indimenticabile doppietta del neo acquisto Salah, arrivato in sordina e nelle vesti di contropartita tecnica dell’affare Cuadrado – ed erigere un mattone importante verso la conquista della seconda finale consecutiva.

LE DUE PARTITE CHOC – Il calcio però riserva in dote trame alle volte spietate per come riescono ad essere risolutive ed inequivocabili: con due partite sbagliate la Fiorentina più bella dell’era Della Valle – come orgogliosamente riportato proprio da Andrea a margine di quel Roma-Fiorentina con cui si è aperto il discorso – ha rovinato tutto. Due volte tre a zero, o meglio uno 0-3 ed un 3-0, sei schiaffoni che hanno vanificato quanto di ottimo mostrato fino ad un attimo prima. Alla rovinosa caduta casalinga contro una super Juventus – sì esattamente super, nonostante imbottita di riserve, squadra tanto forte e consapevole oramai da riuscire ad esprimersi con costanza a prescindere dagli interpreti – ha fatto seguito il tonfo di Siviglia, occasione nella quale la Fiorentina ha pagato un forte deficit di personalità rispetto all’avversario. Evidente nella gestione dei momenti chiave della gara: soltanto dettagli conclusivi nella sfida di ritorno, la frittata era stata ampiamente cucinata al Ramòn Sànchez-Pizjuàn. Impressionante la differenza tra le due fasi della stagione viola: praticamente due squadre diverse ed è su tale aspetto che sono sorti gli inevitabili punti interrogativi sulla figura di Montella.

FUTURO – Ora difficile da decifrare. Se appunto fino a qualche giorno fa non si registravano indizi che potessero far pensare ad un epilogo della storia tra Vincenzo Montella e la Fiorentina, le crude evoluzioni dei risultati hanno portato malessere ed il malessere ha portato incertezza. Il resto lo fa un rapporto con la piazza non più idilliaco come un tempo. Tradotto: le parti potrebbero pensare di dividersi. Nel rispetto di un rapporto solido negli anni e percepito come tale sia dalla proprietà che dall’allenatore stesso, ma non sarà scontato trovare quelle motivazioni necessarie per ripartire insieme: nell’immediato un quinto posto da difendere per assicurarsi ad ogni modo la terza partecipazione consecutiva all’Europa League, poi uno scenario tutto da scrivere. Montella è un allenatore dal divenire certo, poche storie: l’occasione della definitiva consacrazione potrebbe però arrivare lontano da Firenze. Suona strano, ma non è più impossibile.