2013

Fiorentina, Montella: «Mi è stato chiesto di far divertire»

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FIORENTINA MONTELLA – Vincenzo Montella ha rilasciato un’interessante intervista per i colleghi del mensile “Il Nuovo Calcio”, durante la quale ha fatto capire quali sono i suoi principi, sin dagli esordi in panchina. Il tecnico della Fiorentina ha parlato del suo lavoro durante la settimana, per rendere i propri calciatori sempre più convinti delle proprie capacità, per poi guidarli in campo durante le partite e farli giocare nel migliore dei modi.

CARATTERISTICHE GIUSTE – «L’idea di massima è quella di sviluppare il gioco secondo le caratteristiche dei tuoi calciatori – ha esordito Montella – , e non unicamente in base a quelle degli avversari. Il primo giorno dopo la gara era importante per valutare la situazione di chi aveva giocato e allenare chi era rimasto fuori. Infatti, questi elementi rischiano scadimenti di forma. Quindi, il lunedì svolgevano una seduta intensa, martedì riposo e il mercoledì era pronta a ricominciare.»

IL NOSTRO GIOCOMontella ha parlato anche del bel gioco che contraddistingue la Fiorentina da tante altre squadre di Serie A: «Mi hanno chiesto di conquistare la gente, di vincere divertendo. Ed è quello che tentiamo di fare. Sfruttiamo le caratteristiche di qualità dei nostri giocatori. Siamo poi una squadra che solo divertendosi sul terreno di gioco può far punti. Altre devono adattarsi agli avversari e lottare. Noi dobbiamo cercare di imporre la nostra manovra, certo, considerando le peculiarità degli oppositori per metterli in difficoltà.»

IMPOSTIAMO – A seguire, Montella ha parlato proprio dei principi che ha infuso in casa Fiorentina: «Desideriamo incominciare la manovra da dietro senza problemi. Anche correndo dei rischi. Per poi valorizzare le qualità dei nostri elementi in avanti. Il calcio è uno sport situazionale, l’allenatore può dare indicazioni sugli avversari, proporre esercizi per migliorare alcuni particolari, però poi alla fine in campo contano le percezioni dei giocatori. E i giocatori agiscono in base a queste. E’ l’interpretazione di quanto accade che fa la differenza. Per cercare di migliorarli poi c’è l’allenamento, molto situazionale anche questo».

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