2009

Fiorentina, le richieste di Prandelli alla società 

Published

on

RUGHE sempre meno sottili si arrampicano sulla faccia di Prandelli. Sorrisi rari. Parole vaghe. Dietro c’è un mondo che la gente non conosce e prova a esplorare con le domande, come se bastasse una risposta per allontanare i dubbi, ma quelli restano moltiplicando i punti interrogativi, che sono più dei punti in campionato. Resta? Se ne va? E per andare dove? Alla Juve? In Nazionale? Al Liverpool? E le sue dichiarazioni d’amore a Firenze? E l’affetto di Firenze per lui? Brutta storia, i sentimenti, perchè sono i più difficili da gestire.

MA SE DAVVERO dopo cinque anni il Progetto ha perso la Ã?«pÃ?» maiuscola “? la sensazione è questa “? il problema sembra un altro: non è un delitto ridimensionarsi, ma dal punto di vista di Prandelli è più accettabile farlo di fronte a un chiaro programma di gestione delle risorse. In altre parole: in quale direzione tecnica, in termini di acquisti condivisi o comunque da concepire all’interno di uno sviluppo sensato, andranno i soldi in arrivo dall’autofinanziamento del mercato? Questo è un concetto a cui arriveremo dopo, è la conclusione di un ragionamento che merita una scansione cronologica.

I DELLA VALLE infatti hanno ragione quando rivendicano la chiarezza della loro strategia, già  comunicata in tutte le salse; nel documento a corredo dell’ultimo bilancio era già  scolpita la novità  dell’autofinanziamento in uscita per effettuare qualsiasi movimento in entrata. A dicembre il presidente Cognigni aveva ribadito il concetto con una serie di tabelle, magari poco chiare nella lettura ma chiare nell’obiettivo: chiusa la fase uno (quella dello sviluppo con lo sbarco in Champions), sarebbe stato impossibile affrontare la fase due in assenza di opportunità  di finanziamento diverse, vedi Cittadella.
Inutile “? dal punto di vista dei Della Valle “? rischiare altre risorse personali per un salto di qualità , l’ultimo, possibile solo attraverso capitali esponenzialmente più rilevanti. Il modello virtuoso indicato fu per l’appunto quello del Bayern.

POCA CHIAREZZA c’è stata a quanto pare nei rapporti interni e nel modo in cui è stato svolto l’ultimo calciomercato di gennaio. Responsabilità  trasversali e da condividere probabilmente fra le due parti, ma è bene individuare i principali elementi di distanza, quelli che il Prandelli-aziendalista ancora non ha dichiarato in pubblico.
1) L’assenza per tutta la stagione di un vero vice-Gilardino (Castillo si è operato al menisco in estate e non si è mai inserito; il giovane Keirrison si è presentato in condizioni fisiche lontanissime da quelle ideali).
2) L’arrivo a gennaio di giocatori probabilmente bravi, ma non pronti per aiutare subito la squadra.
3) L’assenza di una vera alternativa a Mutu dopo il caso-sibutramina (la soluzione Cassano era quella ideale, ma è sfumata l’ultimo giorno di calciomercato).

�«I CONTRATTI si rispettano�». ha ricordato Diego Della Valle. E qui entriamo nel vivo con la speranza, sottintesa, di non passare per ingenui. Le schermaglie a distanza fanno parte del gioco e Della Valle sa benissimo che potrebbe sentirsi rispondere questo: i contratti si rispettano se le condizioni per le quali sono stati firmati restano le stesse.

E PRANDELLI potrebbe avere a proposito dello sviluppo tecnico viola idee molto diverse rispetto a tre anni fa. Risulta che a giugno sarebbe pronto a rinunciare a qualche big (Vargas, Frey, Mutu?) in cambio di un programma di reinvestimento condiviso e spiegato chiaramente ai tifosi, in modo da non creare illusioni, nè equivoci. Per assurdo si potrebbe anche ripartire da zero, dimezzando il monte ingaggi e investendo sui migliori Under 21 in circolazione, ma anche in questo caso il progetto dovrebbe essere dichiarato con chiarezza.

RINUNCIARE a Firenze non è semplice. Al ristorante dopo la partita con il Bayern (e anche ieri) l’allenatore viola è stato avvicinato da decine di persone. Praticamente un pellegrinaggio. E sempre con le stesse parole: grazie, grazie, grazie…
In attesa di uscire allo scoperto per spiegare con completezza la sua posizione, Prandelli sembra diviso fra la posizione genetica dell’aziendalista e la necessità  di strutturare il futuro con i Della Valle e Corvino. Il famoso incontro di primavera, quando forse il progetto dei Campini (ancora una volta rinviato) sarà  disegnato una volta per tutte. Sarebbe già  un successo dopo cinque anni. In rapporto ci vorrà  qualche secolo per la Cittadella, ma il punto non è questo: da ora in poi ogni cosa (anche un ridimensionamento) dovrà  essere condivisa.

Fonte: Angelo Giorgetti per La Nazione

Exit mobile version