2009
Fiorentina, Frey: “Un’estate maledetta, fra voci e Nazionale. Prandelli? Mai buon rapporto”
Ecco le parole di Sebastien Frey alla Gazzetta dello Sport, in una lunga intervista che affronta non solo i problemi di campo, ma anche quelli, presunti, familiari: “La fede buddista mi ha salvato. L’estate scorsa stavo per impazzire. Ogni giorno venivo colpito alle spalle da una cattiveria. Un bombardamento incredibile. Per difendermi mi sono chiuso a riccio. Un gesto sbagliato e sarei passato dalla parte del torto. Il buddismo mi ha aiutato a trovare il necessario equilibrio. Mi sono isolato e, alla fine, sono riuscito a rimettere insieme tutti i pezzi del mosaico. Ora sono diventato ancora più forte. Partiamo dalle cattiverie familiari. Voci infondate. Un normale litigio con mia moglie è stato trasformato in una rottura insanabile. Il mio, invece, è un matrimonio felice. La Fiorentina? Lo confesso, l’atteggiamento della società mi ha un po’ sorpreso e un po’ spiazzato. Non riuscivo a capire il perchè delle voci su “Frey in vendita”. Poi, ho sentito la necessità di chiarire a tutti che da Firenze non mi sarei mosso. La mia è una scelta professionale e una scelta di vita. Ora abbiamo ripreso a marciare insieme senza problemi. Boruc? Non credo che comprare un grande portiere fosse la priorità di mercato della Fiorentina. Sono rimasto perplesso per questa decisione ma, sia chiaro, la società è libera di acquistare chi vuole. La classifica? La squadra è con Mihajlovic. à? un uomo vero, dalla mentalità vincente. Dentro lo spogliatoio è rispettato, nessuno lo ha mai messo in discussione e nessuno si è offeso per le sue critiche dopo Lecce. Cosa non funziona? La risposta è semplice: Jovetic si è rotto in ritiro, D’Agostino e Vargas sono stati spesso assenti e in più ancora non possiamo schierare Mutu. Quando scadrà la squalifica di Adrian tireremo un sospiro di sollievo: Prandelli? Con lui e il suo staff non c’è mai stato grande feeling. Da lui non ho mai ricevuto un “grazie” o un complimento. Ma Prandelli è il passato. Di lui non voglio parlare. La Nazionale? Blanc era un mio amico. Non pretendevo di essere convocato, ma credevo di meritare almeno una telefonata. Un’altra delusione dentro un’estate maledetta”.