2015
Tavecchio: «Olimpico vuoto, grossa ferita»
Il numero uno della FIGC: «Ora riportiamo il tifo sano allo stadio»
Anche ieri la prostesta dei tifosi della Roma si è trascinta fin dentro lo Stadio Olimpico: il tifo giallorosso, così come quello della Lazio, contro la decisione del prefetto Franco Gabrielli di separare le curve ed aumentare i controlli all’interno della struttura. Una situazione che preoccupa molto anche il presidente della FIGC Carlo Tavecchio che oggi, tramite una lettera, ha provato ad individuare il problema e, possibilmente, la soluzione alla “desertificazione” dello stadio capitolino, che quest’anno ha registrato una media a partita di 10mila tifosi in meno rispetto al recente passato, sia per quanto riguarda la Lazio che per quanto riguarda la Roma. «In un campionato bello e imprevedibile, si sta acuendo una ferita che travalica i confini cittadini. Mi riferisco al processo di “desertificazione” dello stadio Olimpico quando giocano Lazio e Roma. Per il ruolo che ha sempre recitato la città di Roma, in campo con le sue due squadre e sugli spalti con lo spettacolo offerto dai loro tifosi, si deve purtroppo parlare di “problematica nazionale”», le parole di Tavecchio.
FIGC, TAVECCHIO: «RIPORTIAMO LA GENTE ALLO STADIO» – «Come ha affermato nel suo intervento il presidente del CONI, Giovanni Malagò, ricercare oggi i colpevoli di una tale situazione non ha senso, piuttosto bisogna concentrarsi su cosa fare per imprimere una sterzata decisa – continua il numero uno della federazione nella sua lettera al Corriere dello Sport – . Ogni componente coinvolta deve capire che da sola non può risolvere alcun problema e che l’assenza non è mai la forma migliore per manifestare il proprio dissenso, qualsiasi esso sia. La parte sana del tifo, ancorché scontenta dei risultati, non può e non deve confondersi tra le fila della protesta violenta, ma allo stesso tempo bisogna fare di tutto per metterla nelle condizioni di tornare a partecipare favorendone in tutti i modi l’ingresso allo stadio». Per Tavecchio insomma bisognerebbe trovare un compromesso tra le esigenze delle curve e le misure di sicurezza, ma in ogni caso l’invito del numero uno della Federcalcio resta quello, rivolto ai tifosi romanisti e laziali, di dismettere la protesta e tornare allo stadio.