2016
Abete: «Non mi ricandiderò alla FIGC»
«Collina ha molto da lavorare. Mondiale a 40? Proposta equilibrata»
Per il momento il reggente del calcio europeo è lui: Giancarlo Abete, ex presidente della FIGC, è al momento il vice-presidente della UEFA, cioè l’unico rimasto in piedi dopo la sospensione di Michel Platini che, adesso, porterà anche in seno al massimo organismo del calcio europeo a nuove elezioni. Dopo l’elezione di Gianni Infantino (svizzero ma di origini italiche) a numero uno della FIFA, un altro italiano potrebbe recitare un ruolo di primo piano nel calcio che conta. Non di certo in Italia però: Abete, per il dopo-Carlo Tavecchio, non intende ricandidarsi alla guida della Federazione, di cui è stato vertice dal 2007 al 2014. «Non credo che mi ricandiderò alla FIGC, già nel 2013 avevo detto che avrei fatto solo un ultimo mandato – le parole di Abete stamattina – . Non ricandidarmi però non vuol dire lasciare fare agli altri e non recitare un ruolo nella nuova politica sportiva». Possibile che Abete ambisca ad altro ruolo: presidente della UEFA?
ABETE: «COLLINA, C’È DA LAVORARE» – Sul successo di Gianni Infantino l’altro giorno: «Con Tavecchio c’è stata subito perfetta concordanza sulla candidatura di Infantino alla FIFA, il suo successo è il successo della UEFA, siamo contenti – ha proseguito Abete ai microfoni di Radio Anch’io Sport – . Nel 2011 supportammo Sepp Blatter con la promessa che poi nel 2015 si sarebbe fatto da parte, ma non è successo. Ci sono state varie candidature, ma alla fine Infantino ha aggregato più consensi: lui conosce bene il calcio, anche se ci sono problematiche forse superiori alla FIFA». Sulle polemiche riguardanti gli arbitraggi europei che hanno danneggiato le italiane negli ultimi mesi: «C’è molto lavoro da fare per Pierluigi Collina (designatore degli arbitri UEFA, ndr), nell’ultima tornata ci sono stati errori clamorosi, ma negli ultimi anni comunque il trattamento verso le italiane è sempre stato attento. Ultimamente non ci sono stati arbitraggi buoni». Si parla poi della proposta di allargare il Mondiale.
«MONDIALE A 40? BENE PER L’EUROPA» – «La proposta di Infantino è condivisibile o meno, ma l’Europa vuole difendere le sue ventiquattro squadre – ha concluso Abete in riferimento al modello dell’attuale Mondiale a trentadue squadre – . Blatter voleva indebolirla aprendo ad altri continenti, invece la mossa di Infantino è propositiva, ma anche conservativa per l’Europa». Ovvero: aprire ad altri continenti lasciando inalterato il numero di nazionali europee presenti.