2018
FIGC: ha vinto Tavecchio!
Ci avevano raccontato che il male del calcio era Tavecchio. Ma l’uomo nero non c’è più e il calcio non ha un capo
Alla fine ha vinto Tavecchio. Lui sì, Carlo Tavecchio. L’emblema di tutti i mali, l’uomo che secondo la narrazione della grande stampa ha distrutto il calcio italiano. Avevano provato a far passare il messaggio che fosse lui il colpevole dell’inadeguatezza del movimento; ci avevano convinto che fosse il tappo all’ammodernamento del sistema calcio. E magari in parte avevano pure ragione loro. Non diciamo che Tavecchio fosse nel giusto sempre e comunque, che fosse il profilo migliore per il ruolo che ha rivestito per anni. Ma di certo, oggi, se c’è un vincitore nello psicodramma andato in scena a Roma: ha il suo nome e il suo volto. Se la FIGC non è stata in grado di trovargli un erede, allora significa che forse meglio di Tavecchio non c’era nessuno.
Non Sibilia, il congiurato che lo ha pugnalato dopo il fallimento Mondiale su ordine di Malagò. Non Gravina, che non è stato neanche capace di vincere quando il rivale si è tirato fuori dalla corsa. Non Tommasi, che a furia di grandi proclami ha aperto le porte al commissariamento del CONI, piuttosto che accettare che la sua mozione fosse stata sconfitta (viva la democrazia!). Hanno avuto due mesi per mettersi d’accordo, per spartirsi incarichi lontano dai riflettori. Non ci sono riusciti, sono andati alla conta e hanno visto che nessuno aveva i numeri per governare. Pessimi politici. Forse era meglio Tavecchio. Ha vinto Tavecchio.