2013

FIGC, Abete: «Razzismo? I club fanno poco»

Pubblicato

su

Il presidente allontana le critiche: «Nessuna marcia indietro».

FIGC SERIE A ABETE – Dopo la decisione del Consiglio Federale di modificare le norme in merito al razzismo e alla discriminazione territoriale, Giancarlo Abete è intervenuto per fornire un suo commento: «Le difese non sono state abbassate. La marcia indietro ci sarebbe stata se fosse passata l’idea delle attenuanti, se avessimo ripristinato le ammende, se avessimo rinunciato alla discriminazione territoriale. Ci siamo resi conto che l’automatismo che obbligava alla chiusura dello stadio alla seconda violazione, finiva per contraddire lo spirito della norma che voleva separare i buoni dai cattivi. Non potevamo accettare quelle minacce che annunciavano cori in tutti gli stadi per farli chiudere. Ho voluto lanciare un messaggio ai club: il livello di contrasto di certi fenomeni è basso. In serie A due, tre squadre hanno fatto cose egregie. Ne cito una per non citarle tutte: la Fiorentina», ha dichiarato il presidente della FIGC al “Corriere dello Sport”.

Abete ha poi aggiunto: «Esistono già i delegati ai rapporti con la tifoseria. Però alcuni sono solo dei nomi sulla carta, altri, invece, lavorano attivamente. Ora rafforzeremo la figura nelle licenze Uefa, metteremo a disposizione un milione di euro per iniziative, soprattutto questi responsabili dovranno spiegarci cosa fanno perché non ci si può limitare a qualche visita a scuola. Senso della vicenda? Che dobbiamo fare molto di più. La nostra partita sarà persa se non riusciremo a mutare il clima negli stadi. E a questo compito si deve dedicare il sistema calcio perché le forze dell’ordine hanno già troppo da fare per limitare i rischi».

Exit mobile version