Champions League
Feyenoord-Celtic 2-0: gli errori di Igor Paixao, il pressing di Arne Slot
Tutto sulla sfida tra Feyenoord e Celtic, terminata con il punteggio di 2-0 per la formazione olandese in Champions League
Era una serata di grandi emozioni annunciate quella di ieri al De Kuip. Il Feyenoord faceva ritorno in Champions League e aveva la necessità di partire bene con una vittoria per dichiarare il proprio diritto alla qualificazione in un girone equilibrato. In più, come se non bastasse, il calendario ha operato nel creare una magnifica coincidenza dando il Celtic come primo avversario. Il che significa, per la generazione dei tifosi che l’hanno vissuta e per quelli che invece questa storia se la saranno sentita raccontare un migliaio di volte, riannodare il filo con la più grande soddisfazione della vita dei Rotterdammers: la Coppa dei Campioni del 1970, vinta contro gli scozzesi in quel di San Siro.
All’epoca si ebbe ragione degli avversari nei tempi supplementari. Stavolta Stengs su punizione a fine primo tempo ha sbloccato la situazione e con il gol del 2-0 l’iraniano Jahanbakhsh ha confermato quel che si sa da tempo: quando entra dalla panchina trova il modo di lasciare un segno.
L’atmosfera del De Kuip è stata straordinaria, con scene anche divertenti e insieme “crudeli”, come le migliaia di persone che salutavano con il ciao i due giocatori avversari espulsi: Lagerbielke in occasione del fallo da rigore su Paixao per il secondo giallo, il rosso diretto per entrata cattiva di Holm su Wieffer. Alcune cose sono da sottolineare a futura memoria.
1) Gli sbagli di Paixao. Il 23enne brasiliano, privo del punto di riferimento centrale rappresentato da Gimenez, ha cercato di variare molto la sua posizione. Sulla destra non ha prodotto cross precisi, quando ha cercato la porta per via più diretta ha sparato alto e ha sciupato un calcio di rigore che si era procurato.
2) Due gol annullati. Geertruida prima e Lingr poi si sono visti annullate due reti per una questione di millimetri. Ma 2 gol sono più che sufficienti e, in ogni caso, la produzione di occasioni e la pluralità degli interpreti chiamati in causa dice che il Feyenoord davanti sta benissimo.
3) Il carattere di Arne Slot. Quanto la squadra debba al suo mister lo si è capito a una manciata di minuti dal termine. Sul 2-0 e con una doppia superiorità numerica con 11 uomini contro 9, chiamava al pressing offensivo chiunque capitasse vicino alla sua panchina. Impossibile non essere coinvolti da uno così…