2015

Ferrero: «Sampdoria, io voglio vincere»

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Il patron blucerchiato ha parlato della sua vita privata e di progetti

Esagera, recita una parte o è semplicemente così fuori dagli schemi Massimo Ferrero? Trovare una risposta a questo interrogativo è difficile, intanto il presidente della Sampdoria ha provato a svelarsi ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, raccontando anche episodi e descrivendo sfaccettature della sua vita privata. A partire dal soprannome “Viperetta”: «Mi chiamò così un costumista omosessuale: mi aveva toccato il sedere, da ragazzo di quartiere ho reagito e gli ho dato una “pizza”. Il fatto è che io gli mettevo le mani in faccia e a lui piaceva, mi gridava: “Sei una vipera, sei una vipera”. Eravamo in un teatro di posa, qualcuno voleva anche mettere su Vipera, una canzone di Gabré del 1928». Di sicuro ha voglia di vincere il patron blucerchiato, a prescindere da cosa: «Un sacco di volte mi hanno detto: “E se va male?”. Ho sempre risposto “sti cazzi”, e ho vinto spesso. E oggi quando sento gente di calcio dire che arrivare in Europa è importante perché porta soldi nelle casse del club, me vié da ride: io voglio arrivarci perché voglio vincere. Perché io sono per l’arte del fare, non del dire».

AMICIZIA E SOLIDARIETA’ –  Le amicizie sono importanti per Ferrero, che però ha confidato di averne poche e di voler aiutare chi è meno fortunato di lui: «Ho avuto un grande amico, Giuseppe Bertolucci, che mi ha insegnato tanto e mi ha lasciato troppo presto, ora sarebbe orgoglioso di me. Oggi ho i quattro moschettieri – Ricky Tognazzi, Lellino, Fabietto e Zio Franco – e D’Artagnan, l’avvocato Antonio Romei. La vera felicità è regalare a chi ha avuto meno di me: per questo ho partecipato alla costruzione di un ospedale in Brasile, con Tognazzi mi sono inventato e ho girato lo spot “Un euro in più per il Bambin Gesù”, la Samp collabora con il Gaslini e qualunque regalo mi arriva a Natale lo giro direttamente alla Caritas. Ma quello forse è perché alla Befana dei tramvieri il regalo lo prendeva sempre il mio fratello più grande…».

VIZI – Ferrero ha poi confessato di aver smesso di fumare e di aver avuto un debole in passato per il gioco d’azzardo, mentre il suo vero vizio sono le donne: «Più che infedele ero fedifrago, però ora Manuela ha l’esclusiva. Fosse stato per l’esempio avuto da piccolo, avrei fatto il giocatore d’azzardo. Nonno Angelo, il padre di mia madre, ai cavalli si giocava tutto, quasi anche il banco di caldarroste: per evitare che esagerasse gli prendevo i soldi e andavo io a fare le scommesse, ma una volta non ho fatto la puntata, il suo cavallo ha vinto e n’artro po’ me mena. Di mamma Anita dicevano che si giocava al lotto pure la strada di casa, infatti quando tardava a tornare ci preoccupavamo. Io preferivo le carte: da ragazzino zecchinetta sui cofani delle auto, poi poker. Lo facevo per lavoro, ero un fenomeno: mi pagavano per giocare, il 10-20 per cento del guadagnato me lo tenevo io e ne guadagnavo abbastanza, perché se i soldi non sono tuoi sei più responsabilizzato».

CALCIO E TIFOSI – Dopo aver rivelato di aver incontrato Fidel Castro a Cuba, dove è andato a per progettare il Cinema di stato, e raccontato la miriade di lavori che ha fatto prima di entrare nel mondo del cinema, ha parlato della crisi del calcio italiano: «E’ su una cattiva strada perché si fa di tutto per mandare via la gente dagli stadi, invece di riportarcela: quando sono entrato a San Siro per Milan-Samp l’ho visto mezzo vuoto e mi sono sentito male, ancora di più a vedere i nostri tifosi lassù in piccionaia, più che in curva sembravano in cima a un grattacielo. Così vuole la legge della tessera del tifoso, però poi i tifosi possono mandare affanculo gli steward e nessuno dice niente: da ragazzini noi vedevamo arrivare una volante e tremavamo, adesso se un poliziotto vede un tifoso che fa il delinquente e prova a portarlo in galera, rischia di finirci lui. Mi dicono: “Ferrero, cambia questo calcio”. Ma cosa posso cambiare io se quando ci troviamo in Lega, invece che un’assemblea dove provare a rifare tutte le leggi sembra una riunione di condominio?».

PROGETTI – Infine, ha rivelato di aver preso cinque chili da quando ha acquistato la Sampdoria, perché non ha mai lavorato così tanto e quando è stressato si rilassa mangiando, e si è tolto qualche sassolino dalle scarpe: «Io sono un uomo da abbattere, ma li ho sempre sdraiati tutti e voglio sdraiare tutti anche nel mondo del calcio. Da quando ho preso la Samp la domanda è una sola: chi c’è dietro Ferrero? Chi gli dà i soldi? Ma Ferrero i soldi li ha perché le cose non succedono così, dietro c’è del duro lavoro, ci sono dei progetti: se hai un progetto serio, le banche i soldi te li danno e poi sta a te usarli bene. E io voglio usarli anche perché la Samp abbia un centro sportivo più moderno, completamente rinnovato nei campi e nelle strutture. Ho testa e voglia di fare, non di chiacchierare, i cazzari se la devono prendere in quel posto. E che Dio li benedica».

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