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Ferrero: «Petagna? La salute ci guadagna. Caputo ancora da Nazionale»
Massimo Ferrero parla del mercato della Sampdoria e del mancato affare Petagna con il Napoli: ecco le sue dichiarazioni
Massimo Ferrero, presidente della Sampdoria, ha fatto una lunga e attenta disamina del mondo del calcio focalizzandosi sulla crisi economica, sui fondi, sul calciomercato e sul futuro del club blucerchiato. Le sue parole raccolte da Il Secolo XIX.
MERCATO – «Adesso ci sono io, ho ripreso in mano la mia Sampdoria e non vendo. Non ho venduto neppure i giocatori nonostante giri sempre voce che devo venere perché se no chissà cosa mi succede. Per esempio mi hanno chiesto Damsgaard e non l’ho venduto, mi hanno offerto 20 milioni che sono tanti soldi ma ho detto di no. Me ne hanno offerti sette per Thorsby e ho detto no. Ho cercato di prendere prima Petagna, poi ho preso un grande come Caputo, che è ancora da Nazionale».
KEITA – «Avrei preso pure Keita Balde se avesse ascoltato il mio consiglio da padre di tornare ma abbassarsi lo stipendio. Gli ho cercato di far capire che il calcio sta cambiando e si devono dare tutti una regolata. Ma i calciatori hanno la loro testa che non a tutti suggerisce la cosa giusta. Io però voglio creare valore e tutti i nostri investimenti, da quelli sulle strutture, sullo stadio, vanno in quella direzione».
PETAGNA – «Petagna? La salute ci guadagna. Tutti i calciatori sanno che con la Sampdoria e con Ferrero si sta bene, che la città è bellissima come il suo mare, e che i tifosi sono i migliori in Europa. Ho mandato un messaggio ad Aurelio e gli ho detto “risolvi ‘sto problema”. Eravamo d’accordo ma di fronte all’ennesimo rilancio ho dovuto dire no e chiudere. Ho aspettato Petagna per sette giorni ma gli auguro grandi cose, a lui e al grande Aurelio».
CAPUTO E QUAGLIARELLA – «Caputo? Non è certo un ripiego. È un nazionale e un signore che ho visto bello motivato. È uno per il quale non conta l’età ma guardate Quagliarella: è come un bambino! Contano solo la testa, la voglia e l’amore per la maglia. Caputo è un grande e sono sicuro che lui e Quagliarella mi faranno un regalo contro l’Inter. È un giocatore da nazionale e vorrei che Mancini si accorgesse sia di lui che di Quaglia perché di gente così ha bisogno pure l’Italia».
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