2016

Fernandes: «Vittoria nel derby fondamentale. Prima la salvezza, poi…»

Pubblicato

su

Arrivato ad agosto dall’Udinese, Bruno Fernandes racconta la sua avventura con la Samp e il rapporto con Genova: «Qui sto alla grande, perché andarsene?»

Ha dovuto affrontare un po’ di concorrenza, ma alla fine sembra aver avuto la meglio: dopo una partenza al rallentatore Bruno Fernandes sta ormai guidando la trequarti della Samp e confermando la fiducia ben riposta dal tecnico Marco Giampaolo e dei tifosi della Sampdoria in lui, eletto idolo della gradinata grazie soprattutto ai gol determinanti che ha realizzato nei minuti finali di gara. Grazie al suo rendimento, Fernandes ha scavalcato Ricky Álvarez nelle gerachie del mister doriano e lontano dal rettangolo verde è soprattutto l’uomo che non ti aspetti: creativo sul terreno di gioco, ma normale nella vita di tutti i giorni, con l’amore per il mare e soprattutto per la sua famiglia, in attesa della piccola Matilde, che nascerà a metà gennaio. Di tutti gli stranieri di casa Samp, il bomber di Maia (comune di 120 mila abitanti, nel distretto di Porto), è stato l’unico a rimanere in Liguria per le festività.

NATALE, CHE TRADIZIONE – Il portoghese ha trascorso il suo Natale come al solito: «Ho fatto salire su un aereo i miei parenti più stretti. Mia sorella, mio fratello, i mei suoceri, i miei cognati e l’altra cognata, in attesa di un bimbo anche lei. Natale è bello se stai con i tuoi affetti più cari. In Portogallo di solito siamo in 20-25, quest’anno eravamo in 11 ma è stato comunque bello. Non dimenticherò mai, invece, il Natale più brutto della mia vita: giocavo con il Novara (che nel 2012 lo acquistò dal Boavista per 40 mila euro ndr) e dovevamo scendere in campo il 26 quindi trascorsi le festività in ritiro a Novarello; per me fu tristissimo. Poi però feci la mia prima partita dell’era Aglietti e almeno il sacrifico fu ripagato».

IMPEGNO – A giustificare la voglia di far bene di Fernandes c’è stato anche un altro evento: la notte del 25 dicembre è stato avvistato da molti tifosi della Sampdoria a fare jogging sul lungomare di corso Italia, dove risiede: «Andare a correre di notte è una cosa un po’ anomala ma con tutte queste visite ero rimasto un po’ indietro con il programma di Giampaolo. Dopo cena ho portato fuori il cane, era caldo e mi sono detto “quasi quasi vado a fare una corsetta”. Era già mezzanotte, ho fatto otto chilometri e in effetti non sono passato inosservato anche se a quell’ora non c’era più tanta gente».

UDINE E FUTURO – Ama Genova, ma anche Udine le è rimasta nel cuore. «Mi piace stare in casa, passare serate tranquille e a Udine mi sono trovato benissimo. A Genova però c’è il mare, come nella mia Porto. Al mattino guardo dalla finestra e mi si apre il cuore». Per cui non andrà via visto che il mercato di gennaio riserva sempre sorprese? «Non ci penso nemmeno, a Genova sto benissimo, qui nascerà la nostra prima figlia, gioco e mi sono calato perfettamente nelle realtà della Sampdoria. Alle voci del vostro calciomercato ormai sono abituato ma posso dire con certezza che non mi riguardano. Ne circolano tante ma le cose concrete poi sono sempre poche».

BALLOTTAGGIO E AMBIENTAMENTO – Il duello con Álvarez per un posto da titolare è stato tirato, ma tra i due scorre buon sangue: «Ricky è tra i compagni con cui ho legato di più appena arrivato a Genova. È un ottimo giocatore e penso che la concorrenza tra noi due sia stimolante. Anche in allenamento giochiamo a chi fa meglio…». Su “Tuttosport”, ci si chiede se Fernandes abbia avuto difficoltà a inserirsi negli schemi di Giampaolo: «No, perché già in nazionale giocavo in quel ruolo e sono arrivato alla Sampdoria conoscendo i movimenti. Poi chiaramente un periodo di ambientamento è sempre necessario».

MISTER SAMP – Se dovesse descrivere Marco Giampaolo come allenatore con un parola, quella sarebbe…: «…meticoloso, per lui sono i dettagli a fare la differenza. E credo abbia ragione». La Samp ha passato qualche difficoltà, ma alla fine il portoghese può dirsi soddisfatto: «Siamo partiti con qualche difficoltà poi abbiamo avuto il merito di aggiudicarci il derby e da lì è iniziata la nostra striscia positiva, anche perché abbiamo ritrovato fiducia in noi stessi. Senza dubbio quella con il Genoa è stata la partita più importante della stagione. A Genova non è una gara da giocare, ma da vincere. E anche i nuovi, quelli che non avevamo mai preso parte alla stracittadina, me compreso, lo hanno capito subito. Noi giovani siamo un po’ più spregiudicati, mentalmente liberi e vogliamo metterci in mostra. Questo ci ha permesso di vincere nonostante le tante pressioni».

TARGET – Ora però il rischio è che la Sampdoria incappi in una seconda parte di stagione anonima. Magari una salvezza in fase avanzata, ma con il motore ormai chiuso a fine stagione, potrebbe impedire di lottare per un posto in Europa League: «Non credo sarà così. Il nostro primo obbiettivo è raggiungere i 40 punti, anche se probabilmente la quota salvezza quest’anno sarà più bassa, poi però non ci poniamo limiti. Abbiamo le potenzialità per pensare in grande e sono sicuro che il 2017 ci poterà qualcosa di bello».

Exit mobile version