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Ferguson: «Thiago Motta ha cambiato la mentalità del Bologna»

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Protagonista della stagione rossoblu e possibile protagonista anche dell’importante Atalanta-Bologna che va in scena oggi, lo scozzese Lewis Ferguson si è raccontato al Corriere dello Sport.

INTERESSE DI TANTI CLUB – «Rumors, è bello saperlo, per la mia carriera voglio giocare al livello più alto possibile per più tempo possibile».

ATALANTA-BOLOGNA – «Mi ricordo l’andata, fu una partita molto fisica, potente, intensità alta. Mi aspetto una gara del genere».

COPPE FATTORE DECISIVO PER UN GIOCATORE – «Certo, ovviamente. Penso che ogni calciatore voglia giocare la Champions, io non faccio eccezione. Non è tanto importante la squadra, ma il più alto livello. E quello è il mio obiettivo».

THIAGO MOTTA – «Quando è arrivato non venivamo da un periodo molto buono. Lui ha portato un cambio di mentalità, coesione, positività, ma anche grandi allenamenti fisici. Siamo migliorati tanto. Ha portato il salto di qualità».

THIAGO MOTTA NON DICE LA FORMAZIONE – «Fino al giorno della partita. Di solito. Durante la settimana ci alleniamo, ma poi il mister cambia spesso le casacche, non sappiamo niente».

CHI MI HA INSEGNATO LA MENTALITA’ VINCENTE – «Papà. Devi avere una mentalità forte, ti può portare lontano: questo è quello che mi ha sempre detto». AUTOSTIMA – «Perché vengo da una famiglia di calciatori, mio padre e mio zio sono stati professionisti, ho preso l’esperienza da loro, sono cresciuto in questo clima».

PESO DEL PADRE E DELLO ZIO CALCIATORI – «In Scozia sì, sentivo più pressione, ma positiva: erano tutti e due buoni giocatori e io dovevo spingere per arrivare a quel livello. Ora per me è un piacere. Di mio padre ricordo poco, ero piccolo, ricordo di più mio zio, che giocava nei Rangers, la squadra per cui facevo il tifo. Lo andavo a vedere ogni settimana».

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