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Federico Pisani: l’eterno numero 14 dell’Atalanta tradito da un destino infame

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Il ricordo di Federico Pisani: giovane promessa dell’Atalanta scomparsa il 12 febbraio 1997 in un incidente stradale

Giovinezza e spensieratezza. Due caratteristiche che se collegate ad un calciatore, farebbero venire in mente una figura particolare, su tutte quella di un attaccante uscito dal settore giovanile: rapido, veloce, tanto sicuro sul campo quanto semplice e genuino davanti alle telecamere nel post partita in un mondo pieno di maschere. Un talento che nessuno sarebbe in grado di fermare, se non un destino infame.

Oggi, 12 febbraio, per il popolo dell’Atalanta è una giornata particolare. Il ricordo della scomparsa di Federico Pisani: il giovane attaccante nerazzurro e per sempre eterno numero 14, strappato via in un incidente stradale insieme alla fidanzata Alessandra Midali.

Nel 1997, a 22 anni, Chicco era quel giocatore in grado di rompere gli indugi a partita in corso con la sua velocità e i suoi dribbling abbastanza istintivi: incarnando alla perfezione il classico predestinato dove tempo e lavoro sarebbero state le virtù della sua carriera. Pisani arriva dal Margine Coperta (società satellite che dalla Toscana invia all’Atalanta molti giovani) nel 1989.

Alla Casa del Giovane (struttura dove i giovani fuori Bergamo alloggiano) cresce come uomo e calciatore, diventando una delle colonne della Banda Prandelli: la miglior squadra giovanile che l’Atalanta abbia mai avuto ai tempi dove condivide l’attacco insieme ad un certo Domenico Morfeo. Nel 1992-1993 vince tutto: Scudetto Primavera, Torneo di Viareggio e finale di Coppa Italia, segnando la bellezza di 42 goal in 42 partite. Ha meno di 18 anni quando esordisce in A, e contro la Fiorentina in casa segna il suo primo goal in Serie A (con Lippi allenatore).

L’entrata in pianta stabile in prima squadra arriva tramite prodezze su prodezze: su tutte nella stagione 1995-1996 tra l’eurogoal contro la Roma e la rete ai danni del Cagliari in Coppa Italia (fondamentale per la cavalcata fino in finale). Per lui sembrava l’alba di un futuro stellare tutto da scrivere, ma il destino purtroppo avea deciso diversamente: il 12 febbraio 1997, la sua vita (insieme a quella della fidanzata Alessandra Midali), va in frantumi contro un pilone di uno svincolo autostradale: con la città di Bergamo a piangere fortemente la loro scomparsa.

La Curva Nord, la domenica successiva, lo saluta con uno striscione ancora impresso nella memoria di chi era presente allo stadio quel giorno: Il cielo sembrerà più piccolo con te che dribbli e corri tra le stelle…Ciao Chicco…Ciao Ale“.

Una partita che l’Atalanta porterà a casa battendo il Vicenza per 3-1: da rimarcare l’esultanza di Foglio che andò sotto la stessa a Curva a baciare la maglia di Federico. Quella maglia, la numero 14, diventata eterna: riferimento e simbolo per tutti coloro che avranno la fortuna di cominciare la loro carriera a partire da Zingonia.

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